Isee » Le regole per mutui e affitti
L’obiettivo della normativa è quello di rendere più efficace e più equo lo strumento attraverso il quale si accede alle prestazioni assistenziali
Nuovo Isee » Ecco le regole per mutui e affitti
Sostanzialmente si registra una stretta sul patrimonio immobiliare, con un valore più pesante degli immobili ai fini Isee, ma vengono introdotte agevolazioni per chi paga il mutuo mentre viene aumentata la detrazione per chi vive in affitto.
L’obiettivo della normativa è quello di rendere più efficace da una parte e più equo dall'altra lo strumento attraverso il quale si accede alle prestazioni di welfare o assistenziali (asilo, università).
Concentriamoci su come deve essere presentata la dichiarazione Isee in materia di immobili.
Innanzitutto, per il patrimonio immobiliare che il contribuente possiede (immobili, aree fabbricabili e terreni): il riferimento è il valore IMU relativo all'anno fiscale precedente a quello i cui si presenta la Dichiarazione Sostitutiva Unica.
Anche chi non paga l’IMU, ad esempio perché l’imposta è azzerata dalle agevolazioni su prima casa e famiglie numerose, deve indicare il valore del proprio patrimonio immobiliare (prendendo a base l’imponibile IMU).
Qui interviene la facilitazione per chi paga il mutuo: si può detrarre il valore della somma residua da pagare alla banca al 31 dicembre del secondo precedente, ma non deve più scegliere fra questa possibilità e l’alternativa deduzione di 51mila 645 euro.
La franchigia sale a 52mila 500 euro, più 2mila 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo, e si somma all'altra agevolazione. Il valore eccedente questa franchigia, viene abbattuto a due terzi.
Quindi, il valore della prima casa ai fini Isee si calcola:
- immobile su cui non c’è mutuo: i due terzi del valore dell'immobile a cui è stata prima sottratta la franchigia.
- immobile su cui si paga il mutuo: i due terzi del valore dell'immobile a cui prima si sottrae il valore del mutuo residuo e poi la franchigia.
Se il valore totale dell'immobile è più basso della franchigia, non rientra nella dichiarazione Isee.
Facciamo un esempio di calcolo.
Un immobile con imponibile IMU a 90mila euro:
- se è una prima casa, il valore Isee è pari a 25570 (i due terzi di 38mila 355, l’imponibile IMU meno la franchigia per l’abitazione principale).
- Se è una prima casa con mutuo, il valore Isee si azzera se il mutuo residuo supera i 38mila 355 euro.
- Se il debito residuo è pari a 20mila euro, il valore Isee è pari a circa 12mila 200 euro.
- Se è una seconda casa, il valore Isee è pari a 90mila euro.
Se è una seconda casa con mutuo, invece, il valore Isee è pari a 90mila euro meno il mutuo residuo.
Tornando all'esempio di prima, se il debito ancora da pagare è di 20mila euro, il valore Isee è 70mila euro.
Si ricorda che per le case all'estero, il valore Isee è pari a quello dell'imposta per gli immobili all'estero, l’Ivie (introdotta dal Salva Italia, dl 201/2011, convertito con la legge 214/2014, articolo 19, comma 15).
Anche da questi immobili, si detrae il valore del mutuo residuo.
Questo, in estrema sintesi, le norme Isee per chi possiede immobili. Per chi invece vive in affitto, alla somma dei redditi dei componenti del nucleo familiare si sottrae la spesa sostenuta per il canone di locazione fino a un massimo di 7mila euro, più 500 per ogni figlio.