Notifica cartella esattoriale: decesso debitore » Che succede in questo caso?

Notifica cartella esattoriale: decesso debitore » Che succede in questo caso?

A chi effettuare la notifica della cartella esattoriale in caso di decesso del contribuente

E' legittima la notifica della cartella esattoriale a casa del contribuente deceduto qualora gli eredi non si facciano trovare.

Questo importante principio è stato stabilito dalla Corte di Cassazione la quale, con la pronuncia 17430/2013, ha sancito che: È valida la cartella di pagamento intestata al contribuente ormai defunto e notificata presso il suo ultimo domicilio, al di là della dichiarazione di successione già presentata all'ufficio delle imposte.

Il debito con l’amministrazione finanziaria dichiarato nel modello Unico va quindi saldato dagli eredi.

A parere degli Ermellini, pertanto, in caso di decesso del contribuente, la cartella esattoriale va notificata agli eredi, che devono indicare i propri recapiti.

In mancanza di questi, la cartella esattoriale va comunque inviata all'indirizzo del de cuius.

Notifica della cartella esattoriale al de cuius - Gli eredi sono obbligati a comunicare dati identificativi e recapiti all'Amministrazione finanziaria

Dalla sentenza in esame deriva l’obbligo per gli eredi del de cuius di rendere noti all'Amministrazione finanziaria, le proprie generalità e i propri recapiti per permettere la notifica di atti tribututari riguardanti il contribuente deceduto.

Altrimenti la via alternativa è quella di effettuare la notifica direttamente al recapito della persona deceduta.

Dunque, è valida la cartella di pagamento intestata al contribuente ormai defunto e notificata presso il suo ultimo domicilio, al di là della dichiarazione di successione già presentata all'ufficio delle imposte.

Notifica della cartella esattoriale al de cuius - La vicenda che ha portato alla pronuncia della Suprema Corte

Una donna lamentava il fatto che una cartella esattoriale fosse intestata a lei e non al marito defunto che aveva presentato l’anno prima il modello unico.

Un vizio, questo, del tutto irrilevante per la Suprema Corte.

I giudici di piazza Cavour, infatti, hanno spiegato come l'articolo 65 II comma dpr. numero 600/1973 prevede che la comunicazione, da detta norma prevista, sia presentata direttamente o trasmessa mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento onde deve escludersi che la stessa possa essere sostituita da altre fonti di conoscenza indirette.

Infatti, in caso di morte del contribuente, la notifica della cartella esattoriale a lui intestata è legittimamente effettuata presso l'ultimo domicilio del defunto ed efficace nei confronti degli eredi, ove questi ultimi non abbiano tempestivamente provveduto alla comunicazione prescritta dall'articolo 65, ultimo comma, del dpr 29 settembre 1973, numero 600, il quale si riferisce alle sole variazioni anagrafiche riguardanti l'indirizzo del destinatario.

Inoltre, non assumono alcun rilievo le indicazioni contenute nella dichiarazione dei redditi, le quali non possono validamente sostituire la predetta comunicazione, che dev’essere presentata direttamente all'ufficio o trasmessa mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento.

18 Ottobre 2013 · Giuseppe Pennuto