Mutuo o affitto: quale scegliere? Numeri e valutazioni per aiutare nella decisione
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Il quesito che si pongono, quasi tutti, quando pensano di andare a vivere in nuova casa, è spesso sempre la stesso. Ovvero: è meglio il mutuo o l’affitto? I fattori da tenere in conto per una valutazione accurata sono molteplici, ma si deve tenere in considerazione che è molto difficile dire se in assoluto sia più conveniente comprare casa con un mutuo o vivere in affitto. In realtà le condizioni per le quali una situazione sia migliore dell’altra sono spesso relative al singolo caso e spesso variabili nel tempo. Obiettivo dell’articolo è consegnare nelle mani del lettore una guida analitica approfondita per andare incontro a questo tipo di problematiche.
Mutuo o affitto, quale scegliere: Numeri e valutazioni per aiutare nella decisione » Considerazioni iniziali
Comprare casa è costoso. C’è l’investimento iniziale, cui fanno seguito i costi notarili, le tasse, l’Imu, le rate del mutuo e le spese di manutenzione.
E così si pone un dubbio lecito: a conti fatti, non sarà più conveniente andare a vivere in affitto e investire il capitale in titoli finanziari, anzichè spendere un patrimonio in immobili?
Una cosa è certa: se si è sicuri della stabilità della propria posizione lavorativa e della capacità di rimborso delle rate negli anni a venire, il mutuo è preferibile per una serie di ovvi motivi, quali ad esempio la tranquillità di possedere una casa di cui si detiene la proprietà.
Ci sono casi, tuttavia, in cui vantaggi e svantaggi si bilanciano e la scelta diventa molto più difficile.
Vediamo quali sono le linee guida da seguire quando i dubbi aumentano.
Anzitutto, bisogna considerare la ragione del trasloco.
Quando ad esempio lo spostamento è dovuto a motivi di studio, o a qualsiasi altra causa prevedibilmente temporanea, l’affitto diventa una buona alternativa.
Le spese accessorie per l’accensione del mutuo non sono infatti trascurabili e l’ammortamento risulta sensato solo se spalmato lungo il periodo di utilizzo della casa (solitamente diversi anni).
L’affitto può risultare opportuno anche in altri casi: generalmente le banche finanziano al massimo l’80% del valore dell’immobile (anche se esistono i mutui 100%) e non sempre il richiedente dispone della liquidità necessaria ad anticipare il restante 20%; a parità di spesa mensile, inoltre, la rata dell’affitto può garantire una sistemazione di un certo tipo (ad esempio in centro città) mentre la medesima somma in caso di mutuo consentirebbe di acquistare un immobile di livello inferiore o in periferia.
Riguardo al mutuo vale la pena di considerare un’ultima causa di incertezza: se è vero che il peso della rata può ridursi nel tempo in seguito all’inflazione o per i benefici diretti del ribasso degli indici di mercato (solo se il mutuo è a tasso variabile), d’altra parte bisogna ricordare che, in caso di trasloco, sarebbe logico procedere alla vendita dell’immobile, operazione non certo semplice e rapida che richiederebbe anche un esborso economico non indifferente (solitamente il 3% della cifra va all’agenzia immobiliare).
La penali di estinzione anticipata del mutuo, invece, non vanno più tenute in considerazione in quanto sono state abolite nel 2007 dal Decreto Bersani.
28 Ottobre 2013 · Carla Benvenuto
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