Mutui e conti correnti » Gli effetti dopo il recente taglio dei tassi d’interesse

Mutui e conti correnti. Dopo il taglio dei tassi di interesse di qualche settimana fa, di soli 10 centesimi, la domanda sorge spontanea: quali sono i benefici per i consumatori e gli effetti sulle banche e sull'economia reale?

La riduzione, di appena un un decimo, dei tassi di interesse rende ancora più a buon mercato per le banche finanziarsi presso la Bce (Banca centrale Europea) e le incentiva a partecipare alle nuove aste finalizzate alla concessione di prestiti alla clientela.

Al momento, è questo lo strumento principale attraverso il quale la Bce intende limare le differenze esistenti all'interno dell'Eurozona.

La misura agevola, senza dubbio, la strada per ulteriori riduzioni dei tassi nei prossimi mesi.

Gli spread sui mutui cominciano a scendere sotto il 2%, e a livello di tassi fissi si è giunti ai nuovi minimi storici di sempre con tassi sotto il 4% anche per durate di 20 e 30 anni.

Per coloro che hanno già stipulato mutui a tasso variabile, l’ulteriore taglio dei tassi porterà ancor più vicino a 0 gli indici Euribor, a cui è agganciato il 98% circa dei mutui a tasso variabile.

Stesso discorso per coloro che hanno mutui a tasso variabile agganciati al tasso Bce che, appunto, da oggi è allo 0,05%, dopo essere stato portato a giugno allo 0,15%. D'ora in poi le rate scenderanno di circa 6-7 euro al mese, per chi ha un mutuo di 150000 euro da rimborsare in 25 anni.

Ma il vantaggio più grande che i mutuatari a tasso variabile ricavano dalle manovre della Bce è che si prolunga il tempo favorevole per beneficiare di Euribor e tassi Bce pressoché azzerati, almeno fino a quando l’economia e l’inflazione non riprenderanno a salire.

Per chi ha un mutuo a tasso fisso, invece, non cambia nulla, perché continuerà a pagare la stessa rata.

Il costante calo dei tassi da parte della Bce ha trascinato al ribasso anche i tassi applicati dalle banche ai risparmiatori che scelgono il conto di deposito come soluzione per il risparmio.

A settembre 2014 il tasso medio è sceso all'1,8% a 12 mesi. Con ogni probabilità, la nuova sforbiciata della Bce spingerà molti istituti a riadeguare l’offerta riducendo ancora un po’ il tasso medio applicato.

Quanto ai conti correnti, da tempo ormai la maggior parte degli istituti applica tassi di remunerazione della liquidità molto bassa e vicina a 0, sdoppiando la parte remunerativa su un conto deposito o su altri strumenti di risparmio: la sforbiciata della Bce, dunque, non farà altro che confermare questa tendenza.

8 Settembre 2014 · Patrizio Oliva