Multe » Il taglio dei punti sulla patente non rende indeterminabile il valore della causa in tribunale

Nell'ambito di multe per la violazione del codice della strada, in caso di impugnazione taglio punti, come si determina e a quanto ammonta il contributo unificato in una causa in tribunale?

In caso di opposizione ad un verbale di contestazione per violazione delle norme stradali, il cumulo della sanzione pecuniaria principale, di valore determinato, e di quella accessoria, conseguente alla diminuzione dei punti sulla patente, non rende la causa di valore indeterminabile ai fini della liquidazione delle spese processuali.

Ciò è quanto deciso dalla Corte di Cassazione, con la sentenza 13598/14.

Ma cosa si evince da questa pronuncia? Innanzitutto partiamo chiarendo che l’importo del contributo unificato, ovvero l’imposta che si paga prima di iniziare un giudizio, viene determinato sulla base del valore della causa che si intende intraprendere: più è alto questo valore, più è costoso il contributo unificato.

Pertanto, trattandosi di un’imposta, il contribuente che dovesse pagare di meno di quanto dovuto potrebbe trovarsi un avviso del fisco e, magari, anche ricevere una cartella esattoriale di Equitalia.

Il nodo legato alla sentenza ed il motivo per cui è stato redatto questo articolo gira intorno ad una domanda: che cosa avviene se il giudizio non è legato a un valore economico preciso, ma è volto a conseguire un’utilità personale per il cittadino, come il taglio dei punti della patente?

I punti della patente, infatti, non sono quantificabili in termini monetari.

In linea generale, come accennato, quando il valore della causa non è determinabile, il contributo unificato è particolarmente elevato.

In questi casi, infatti ammonta a 206 euro per i giudizi davanti al giudice di pace e a 450 euro per le cause davanti al tribunale civile o amministrativo.

Ma, se si dovesse ragionare in questo modo, nessuno impugnerebbe più una multa e la relativa decurtazione dei punti finirebbe per diventare meno vantaggiosa di un nuovo corso di scuola guida per il recupero dei punti stessi.

Ecco perché sulla questione, con la pronuncia esaminata, sono intervenuti gli Ermellini, chiarendo che è impossibile definire di valore interminabile la causa di opposizione alla multa anche se c’è la sanzione accessoria del taglio dei punti della patente.

Per poter per determinare il valore del contributo unificato conta il valore della sanzione pecuniaria: è, in pratica, all'importo indicato nelle multe che va parametrato il pagamento delle spese di giustizia.

Al contrario, si finirebbe per ostacolare il diritto di difesa garantito dalla Costituzione.

Concludendo, la massima è che il valore della causa relativa alla sanzione accessoria legata alla multa resta quello parametrato sull'importo della sola sanzione pecuniaria, a prescindere dal taglio dei punti della patente.

26 Giugno 2014 · Andrea Ricciardi