Multe T-RED, cosa può fare chi è stato multato con un apparecchio che risulta non correttamente omologato?
Fa parte ormai della cronaca nera la nota vicenda dei dispositivi T-RED. Si tratta di una truffa perpetrata ai danni di centinaia di migliaia di cittadini, con la complicità più o meno consapevole di numerose amministrazioni comunali.
Ma che cosa può fare chi è stato multato con un apparecchio che risulta non correttamente omologato?
Bisogna distinguere fra due tipologie di vittime del T-RED.
La prima tipologia è quella di coloro che non hanno ancora pagato la contravvenzione: possono presentare un ricorso al prefetto, o rivolgersi al giudice di pace, chiedendo l’annullamento del verbale che ha contestato l’infrazione al Codice della Strada.
Ma dovrebbero anche allegare o far riferimento alle consulenza tecniche fatte eseguire dalle Procure che conducono le indagini, le quali hanno convalidato l'accusa di omologazione fraudolenta.
Il secondo caso è poi quello di chi ha già pagato, magari alcuni anni fa. A parte la difficoltà di ritrovare i documenti che attestano il versamento di 138 euro, più spese di notifica, chi ha subito un danno ha diritto a costituirsi parte civile in un eventuale giudizio.
Infatti, le Procure dovrebbero informare le parti offese (i multati con T-RED) della facoltà di potersi costituire parte civile per poter ottenere il ristoro del danno. Ma ve li immaginate voi migliaia di avvocati che rappresentano centinaia di migliaia di automobilisti davanti a un giudice dell'indagine preliminare? Ci sembra una ipotesi inverosimile e non praticabile: non basterebbe lo stadio Olimpico di Roma per poter contenere tutti quelli che hanno pagato le sanzioni comminate per gli arbitrari rilievi effettuati dai dispositivi T-RED non omologati.
E quindi, chi ha già pagato, secondo il parere di numerosi giuristi, può anche rivolgersi al giudice di pace per chiedere il risarcimento del danno patito.