GDPR in vigore dal prossimo 25 maggio – ma dalle anagrafi tributarie chi ci difende?

GDPR ovvero come gli eurocrati europei (ma anche quelli italiani), strapagati a sbafo, che non hanno una mazza da fare da mattina a sera, impiegati in autorities inutili e costose, sfracellano gli zebedei a chi cerca di portare avanti un blog con annunci pubblicitari, millantando una presunta tutela della protezione dei dati personali degli utenti e una loro difesa dalla profilazione a scopi pubblicitari. Immaginando i lettori come una platea di coglioni trogloditi che loro, altri emeriti coglionazzi, sarebbero chiamati a difendere (da chi poi non si sa).

Ma, guarda caso, lasciano che le grandi BIG (Google, Facebook, Amazon) raccolgano dati relativi anche al numero di peli culacei di ciascuno di noi e gli permettono di non pagare tasse perchè hanno sede legale in Alaska. Roba da fucilarli di spalle, altroché!!

La domanda è: ma dalle anagrafi tributarie, che ci contabilizzano anche l'aria che respiriamo, chi ci difende? Conosciamo già la risposta: lo vuole l'Europa!

Attendiamo con ansia che ADSENSE renda disponibili ai publisher gli annunci senza corrispondenza con una eventuale profilazione (randomici, indipendenti dai cookies), così mettiamo la parola fine anche a questa storia kafkiana ed eliminiamo il fastidioso advice iniziale obbligatorio (quanto inutile).

Avanti, sinistri di tutta Europa: inventatevene un'altra. Sareste capaci di annichilire qualsiasi tentativo di libera iniziativa. Il vostro sogno è contabilizzare (e tassare) anche l'intensità gassosa dei peti umani ed animali, vostri simili più prossimi!

18 Maggio 2018 · Simone di Saintjust