Esonero contributivo per neoassunti » Novità e proroga : ecco di cosa si tratta

Esonero contributivo per neoassunti » Novità e proroga: ecco di cosa si tratta

Esonero contributivo per neoassunti: novità, dettagli, particolarità e proroga fino al 2017, ecco di cosa si tratta.

Allo scopo di promuovere forme di occupazione stabile, la Legge di stabilità 2016 ha introdotto l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nella misura del 40 per cento dell'ammontare dei contributi medesimi, per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel corso del 2016.

L'incentivo in oggetto è riconosciuto a tutti i datori di lavoro privati, ivi compresi i datori di lavoro del settore agricolo, ed opera per un periodo di due anni a partire dalla data di assunzione del lavoratore.

Con la circolare n. 57, pubblicata il 29 marzo 2016, l'Istituto fornisce le indicazioni e le istruzioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi alla predetta misura di esonero contributiva.

In cosa consiste l'esonero contributivo per neoassunti

L'esonero contributivo è, in sostanza, l’agevolazione riconosciuta a favore dei datori di lavoro che assumono lavoratori a tempo indeterminato: vediamo di cosa si tratta.

l’esonero contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato effettuate nel 2016 risulta decisamente ridotto rispetto a quello disciplinato dalla Legge di Stabilità 2015:

Possono beneficiare dell’esonero contributivo i datori di lavoro del settore privato, indipendentemente dal settore di appartenenza.

L’esonero spetta, con misure e condizioni diverse, anche ai datori di lavoro del settore agricolo.

Per fruire del beneficio, i datori di lavoro sono tenuti, oltre al rispetto della normativa sul lavoro e degli accordi e contratti collettivi nazionali regionali, territoriali o aziendali eventualmente sottoscritti, alla regolarità degli obblighi di contribuzione previdenziale e assistenziale.

L’esonero contributivo si applica alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato (anche part-time) operate dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016.

L’esonero contributivo NON spetta:

L’esonero contributivo spetta per un periodo massimo di 24 mesi decorrenti dalla data di assunzione e consiste nell’esonero dal versamento del 40% dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 3.250 euro annui.

L’esonero contributivo biennale non si applica ai premi e contributi dovuti all’INAIL.

Infine, secondo quanto previsto dal comma 178 dell’art. 1 Legge n. 208/2015, una sostanziale differenza rispetto all'agevolazione di cui alla Legge di Stabilità 2015 consiste nella non cumulabilità dell’agevolazione con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti da altre disposizioni normative vigenti.

L'esonero contributivo per il 2017

Come funzionerà l'istituto dell'esonero contributivo nell'anno fiscale 2017: la guida.

Ad ogni modo, in attesa del cuneo fiscale, vi sarà, come già esposto, la proroga dell’esonero contributivo, nel 2017, con uno “sconto” sui contributi Inps a carico del datore di lavoro pari al 20-25%.

Il funzionamento dello sgravio ricalcherà quello attualmente esistente, pertanto sarà fruibile da tutti i lavoratori privi di occupazione stabile da almeno 6 mesi.

Saranno dunque ammessi all’agevolazione non solo i lavoratori privi di occupazione da almeno 6 mesi, ma tutti coloro per i quali non sussistono, nei 6 mesi precedenti all’assunzione, contratti a tempo indeterminato, ossia chi ha svolto:

Saranno invece esclusi coloro che hanno svolto, nei 6 mesi precedenti, lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche se part time o se risultano licenziati durante il periodo di prova o dopo pochi giorni. Sono inoltre esclusi gli apprendisti e coloro che hanno già usufruito del medesimo bonus.

Resteranno uguali anche i requisiti necessari all’ammissione allo sgravio per le aziende.

In particolare, il datore di lavoro dovrà avere il Durc in regola, rispettare le leggi fondamentali in materia di lavoro e le previsioni dei contratti collettivi.

I lavoratori per i quali è valido il bonus dovranno essere assunti per mansioni differenti rispetto a quelle del personale in integrazione salariale.

Se il mancato rispetto della normativa in materia di lavoro, degli accordi collettivi o delle altre condizioni è accertato successivamente alla concessione dello sgravio, il bonus è revocato, e si dovranno restituire le somme illegittimamente erogate.

27 Maggio 2016 · Andrea Ricciardi