Duro colpo al social lending – Bankitalia sospende ZOPA

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

zopa

Grave battuta d'arresto per il social lending italiano. A Zopa la Banca d''Italia ha contestato di aver fatto raccolta del risparmio (e non semplice intermediazione di pagamenti) a causa della giacenza sul Conto Prestatori Zopa del denaro in attesa di uscire in prestito.

Una comunicazione, infatti, è stata inviata in mattinata da Zopa Italia ai propri utenti: «in data 10 luglio 2009 è stato notificato a Zopa il decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze che, su indicazione di Banca d'Italia, ha cancellato dall'elenco degli intermediari finanziari ex articolo 106 la nostra società.

Come conseguenza immediata ci vediamo costretti a sospendere la trattazione di nuovi prestiti e l'ingresso di nuovi Prestatori. La società sta valutando tutte le iniziative, anche di natura giurisdizionale, per tutelare la propria posizione e la community».

Il social lending è un nuovo modello di scambio finanziario in cui le persone prestano i propri soldi o richiedono prestiti per le proprie esigenze personali direttamente tra loro, senza intermediazioni e quindi con interessi migliori per tutte le parti coinvolte. Forme simili al social lending sono esistite in passato - ad esempio le società di mutuo soccorso del XIX secolo - ma solo grazie a Internet sta divenendo possibile una diffusione del fenomeno al di fuori di comunità fisiche, geograficamente localizzate.

Zopa, in particolare,  svolgeva fondamentalmente il ruolo di "facilitatore": creava e regolamentava il mercato, favoriva l’incontro e la conoscenza tra i membri della comunità, tutelava la sicurezza di chi prestava i propri denari, preparava il contratto di prestito tra il richiedente e i prestatori senza però determinare i tassi correnti, che dipendono unicamente dall'incontro diretto tra domanda e offerta. Da qui il nome: Zopa sta per ZOna di Possibile Accordo..

Continua l'avviso inviato all'utenza: «A tutela tua e di tutti i Prestatori, rimane pienamente attiva la gestione dei prestiti in essere, sia per l'incasso delle rate sia per il recupero credito. Il denaro in prestito diventerà gradualmente disponibile al rientro delle rate mensili». Fin da subito, insomma, gli utenti prestatori potranno ritirare il denaro non ancora investito e potranno avere la parte restante appena messa a disposizione da parte di chi in passato aveva richiesto i prestiti.

Sulla questione è immediatamente intervenuto l'amministratore delegato Maurizio Sella: «I primi rapporti con la Banca d'Italia risalgono alla tarda primavera del 2006 quando i legali da noi incaricati hanno cominciato ad illustrare il progetto di Zopa alla Banca d'Italia, fino ad arrivare, dopo un incontro e vari scambi di lettere, all'autorizzazione ricevuta nel settembre 2007 dall'Ufficio Italiano Cambi con l'iscrizione all'albo delle Finanziarie ex articolo 106. Zopa ha poi iniziato ad operare nel gennaio 2008. A seguito di un'ispezione di Banca d'Italia negli ultimi mesi, ci sono state mosse delle contestazioni, alle quali abbiamo risposto - pur sostenendo la correttezza della impostazione legale della nostra iniziativa - proponendo delle soluzioni con controparti istituzionali che avrebbero di fatto reso nulla la contestazione che ci era stata mossa. Ma questo non è stato evidentemente abbastanza. Zopa è un progetto innovativo e ad altissimi contenuti etici e solidali. Basti pensare che, nel 2008 (anno della crisi del secolo della finanza creativa e di truffe miliardarie) i Prestatori zopiani hanno beneficiato di ottimi rendimenti e i Richiedenti di tassi molto favorevoli. In questo momento di crisi molti invocano la necessità di micro-credito, di prestiti solidali a favore di categorie meno fortunate: Zopa questo lo stava facendo».

Ignota, al momento, le natura esatta delle contestazioni avanzate dalla Banca d'Italia. Per gli utenti impegnati nella community (tanto come prestatori quanto come richiedenti) è stata predisposta una pagina di FAQ nella quale compaiono le indicazioni relative all'emergenza. Una ulteriore spiegazione generale completa l'operazione di trasparenza sul momento difficile scatenatosi con la comunicazione ricevuta alla fine della scorsa settimana. Il gruppo promette in ogni caso massimo supporto per quanti nutriranno dubbi sulle proprie possibilità per rientrare in possesso del credito rimasto in sospeso.

Questo il comunicato che appare oggi, 13 luglio 2009,  sul sito della società:

"Stiamo lavorando per poter offrire presto, non appena ci sarà di nuovo consentito, la piena funzionalità di Zopa.it e garantiamo la gestione di tutti i flussi di pagamento da Richiedenti a Prestatori in relazione ai finanziamenti già erogati, nonché le attività di recupero credito. Non è possibile l'ingresso di nuovi Prestatori, l'aggiunta di fondi da Prestatori già attivi e l'accettazione di nuove richieste di prestito e la loro erogazione. Le richieste di prestito in valutazione sono state annullate.

Tutti i tradizionali canali di Zopa restano aperti per assistere al meglio tutti gli Zopiani. Abbiamo inoltre creato una lista di domande frequenti (FAQ) che, insieme al blog, aggiorneremo costantemente."

Dunque, si prospetta un'Estate amara per il social lending. Dopo il boom che ha contraddistinto nei mesi scorsi il canale del prestito online tra privati è arrivato questo primo stop da Bankitalia. Venerdì scorso infatti il Ministero dell'Economia e delle Finanze su indicazione di Via Nazionale, ha cancellato dall'elenco degli intermediari finanziari Zopa, uno dei leader del settore del prestito sociale.

E i clienti, tra debitori e prestatori, in attesa di capire le reagioni del provvedimento e le sorti del proprio denaro sono migliaia. A causa della crisi finanziaria e delle conseguenti difficoltà di accesso al credito, nell'ultimo anno sono stati infatti oltre 40 mila gli utenti che hanno deciso di scambiarsi denaro online preferendo di fatto il web ai tradizionali intermediari.

13 Luglio 2009 · Antonio Scognamiglio





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