Trading online e truffe – Arriva l’allarme della Consob

Molto spesso, attirati da guadagni veloci e semplici guadagni, molti risparmiatori cadono nella sofisticata rete dei truffatori del trading online.












Mi sto avvicinando da poco al mondo del trading online, per poter investire una piccola somma che ho messo da parte lavorando sodo: ho paura però di incappare in qualche sito non ufficiale e perdere denaro.

Sapete darmi qualche consiglio?

Molto spesso, attirati da guadagni veloci e semplici guadagni, molti risparmiatori cadono nella sofisticata rete dei truffatori del trading online.

I malintenzionati, sovente, promuvono investimenti altamente rischiosi, come opzioni binarie, Cfd-contracts for difference, trading su valute e metalli preziosi, senza avere alcuna autorizzazione.

Proprio per il arginare il fenomeno, in netta crescita, è intervenuta recentemente la Consob.

Secondo l’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, nei primi sei mesi del 2018 gli interventi sanzionatori sono già a quota 183 (con 71 ordini di cessazione dell’attività abusiva svolta tramite Internet e telefonate, 89 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 7 sospensioni cautelari e 8 emanazioni di divieti a operare).

Sono dunque sempre di più gli operatori illeciti che propongono attività di investimento rischiose e poco trasparenti se non addirittura vietate, come gli investimenti in opzioni binarie, oggi banditi agli investitori retail nella UE perché considerati troppo pericolosi per i piccoli investitori.

E Internet, vista la facilità di contattare milioni di persone, è il luogo ideale per far cadere nella trappola chi, anche solo per curiosità, abbassa un po’ la guardia e si fa tentare da e-mail o messaggi pubblicitari che appaiono durante la navigazione (banner, pop-up) che propongono investimenti dai buoni rendimenti.

Ma, al contrario, è importante tenere sempre gli occhi aperti ed essere un po’ diffidenti, perché poi, tornare sui propri passi per recuperare i soldi investiti non è sempre facile.

Spesso le società che si nascondono dietro le piattaforme “pirata” di trading on line sono costituite e smantellate nel giro di pochi mesi o hanno sede in Paesi molto lontani e poco controllati: non più Cipro e Malta, in cui vigono le stringenti normative europee, ma località dell’Oceania o delle Bermude, sostanzialmente immuni a qualsiasi sanzione.

Le tecniche truffaldine sono comunque più o meno le stesse.

Di solito si viene invogliati a investire solo per provare, ingolositi soprattutto dai “bonus” in denaro che la società sembra regalare.

Successivamente, senza grande sforzo, si inizia da subito a guadagnare e si pensa di aver trovato un modo rapido per “arrotondare” lo stipendio.

A questo punto non si riesce più a tornare indietro e non ci si rende conto della trappola in cui si è caduti.

Anzi, si fa il grande errore di investire somme sempre più importanti, anche spinti da sedicenti consulenti della società che sollecitano il raggiungimento di risultati ancora migliori.

Ma è in questo momento che si iniziano a manifestare le prime perdite che si cerca di recuperare con nuovi investimenti, ma di norma si perde tutto quello che si è investito.

In alcuni casi, in modo ancor più ingannevole, la società fa credere di continuare sempre a guadagnare ma, in realtà, il guadagno è solo virtuale perché quando si vuole disinvestire le somme non vengono mai restituite.

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26 Settembre 2018 · Patrizio Oliva