DOMANDA
Il comune dove ero residente in passato continua a mandarmi richieste di pagamento relative alla TARI, nella lettera raccomandata ricevuta il 8 Aprile 2021 riporta la dicitura di “sollecito n. 1019 del 30/12/2020 anno imposta 2014 protocollo n. 3367 del 26/03/2021” la richiesta è senza sanzioni e interessi di mora, in realtà non mi mai stata recapitato nessun primo avviso in passato. Un’altra richiesta TARI relativa all’anno di imposta 2010 e stata affidata dal comune direttamente alla riscossione, di quest’ultima ho chiesto tramite PEC la relata di notifica ma non hanno mai risposto. Posso chiedere l’annullamento di queste richieste oltre i termini dei cinque anni? Nel caso di ricorso alla commissione tributaria sono costretto a rivolgermi alla provincia del comune in questione?
RISPOSTA
E’ normale che ciò accade se lei non ha comunicato agli uffici preposti alla gestione della Tassa Ambientale RIfiuti (TARI) del Comune in cui risedeva in passato la comunicazione di fine occupazione.
Mentre agli uffici preposti alla gestione della TARI del Comune in cui è andato a risedere va inoltrata la comunicazione di inizio occupazione.
Non può richiedere alcun annullamento delle legittime pretese comunali, tantomeno basando l’istanza su una presunta intervenuta prescrizione.
Qualora, invece, avesse presentato istanza di inizio occupazione al nuovo Comune di residenza, a far data dall’intervenuto trasferimento, potrebbe provare a esibire questo documento all’ufficio comunale che si occupa di riscossione della TARI per il vecchio comune di residenza, al fine di chiedere l’annullamento degli avvisi di pagamento, in virtù della circostanza che un cittadino contribuente non può essere obbligato ad una doppia imposizione della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, anche se ciò avviene a seguito di inadempimenti formali del contribuente stesso.
9 Aprile 2021 - Giorgio Valli
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