È da poco deceduto mio padre il quale risultava in regime di comunione dei beni con mia madre: l’unico bene di cui disponevano è una casa facente parte di una cooperativa costruita nell’ambito della cosiddetta edilizia popolare. Sostanzialmente, mio papà era socio della suddetta casa per la quale poteva vantare, al pari degli altri 95 soci, diritto di superficie.
Mia madre purtroppo ha molti debiti e c’è il timore che, se accettasse di diventare socia, pignorerebbero il bene succitato. Qualora diventassi io il nuovo socio, temo di accettare implicitamente l’eredità e, giacché i miei genitori erano in comunione dei beni, che i pignoramenti pendenti si ribaltano contro di me.
Riuscireste a suggerirmi il miglior scenario possibile ?
Dopo il decesso, in assenza di testamento, non esistono scenari favorevoli ma solo obbligati: a ciascuno degli eredi (coniuge superstite e figlio – supposto unico) toccherà il 50% dell’eredità lasciata dal defunto.
Converrà, in ogni caso, in presenza di debiti certi lasciati dal defunto, accettare l’eredità con beneficio di inventario, anche se dal quesito non si comprende bene se l’appartamento costruito dalla cooperativa sia stato assegnato al de cuius con proprietà divisa o indivisa.
L’accettazione dell’eredità potrebbe comportare l’acquisizione dei debiti del de cuius, preponderanti rispetto alle attività dell’eredità; la rinuncia potrebbe comportare la perdita irrimediabile dei cespiti immobiliari lasciati dal de cuius.
7 Aprile 2022 · Simone di Saintjust
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