Decesso del debitore in corso di rateizzazione dei carichi esattoriali con Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER) – Come si calcola l’importo del debito esattoriale del de cuius trasmissibile agli eredi





Come si calcola l'importo del debito esattoriale del de cuius trasmissibile agli eredi tenendo conto di quanto già versato in vita dal de cuius?





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Dopo la morte di mio padre che già stava rateizzando un suo debito con l’Agenzia delle Entrate, abbiamo fatto una nuova rateizzazione di tutti i suoi debiti senza sanzioni: ad oggi dopo due anni ci dicono che le rateizzazioni fatte da mio padre andavano pagate. Ma se io ho fatto una nuova rateizzazione completa di tutto anche di quello che già aveva rateizzato perché devo pagare queste cartelle in più?

Quando il debitore passa a miglior vita una eventuale rateizzazione in corso del debito esattoriale (quello contratto con la Pubblica Amministrazione) deve essere riformulata perché dal debito esattoriale residuo devono essere espunte le cartelle esattoriali derivanti da sanzioni amministrative per violazione del Codice della Strada (CdS) e tutte le sanzioni comminate per omessi, insufficienti o ritardati pagamenti dei tributi (le cosiddette sanzioni tributarie applicate per omessi, insufficienti o ritardati versamenti di imposte e tasse alla scadenza prestabilita).

Il problema è però un pochino più articolato: infatti, fino al decesso, il defunto avrà versato, per i carichi debitori rateizzati, un importo che definiamo come A per l’intero debito esattoriale rateizzato, carico debitorio che, ovviamente, non sarà omogeno, ma sarà sempre composto da sanzioni amministrative, sanzioni tributarie e tributi: bisogna allora determinare quanto di quell’importo A deve essere attribuito alla parte del debito esattoriale tributario trasmissibile agli eredi AT e quale importo (ovviamente A-AT) può, invece, essere associato al debito formato dalle sanzioni amministrative e tributarie (importo che, essendo stato pagato in vita dal defunto, non può più costituire uno sconto per gli eredi).

Allora, si prende il debito esattoriale DR complessivo rateizzato dal defunto e si calcola la somma dei carichi esattoriali debitori per tributi dovuti e non versati alla scadenza dal de cuius al netto delle sanzioni tributarie ma al lordo degli interessi legali maturati nel tempo. Indichiamo con DT il debito esattoriale riconducibile ai Tributi dovuti dal de cuius, che è trasmissibile agli eredi.

Va impostata una semplice proporzione A : AT = DR : DT in cui l’incognita è AT. Una volta calcolato AT, gli eredi dovranno corrispondere, ciascuno in quota, all’Agenzia delle Entrate Riscossione, l’importo tributario del debito esattoriale rateizzato dal defunto (DT) diminuito di quanto della quota di quanto già complessivamente versato dal defunto (A) e attribuibile al debito esattoriale tributario (AT, appunto).

Ora è evidente che l’Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER) possa commettere qualche errore nel calcolare l’importo tributario del debito esattoriale rateizzato dal defunto (DT) diminuito della quota di quanto già complessivamente versato dal defunto (A) e attribuibile al debito esattoriale tributario (AT). E, in autotutela, preso atto dell’errore commesso può, prima che il debito esattoriale risulti prescritto, richiedere agli eredi l’importo corretto dovuto. E gli eredi, se l’errore contabile c’è stato, sono obbligati a versare l’eventuale differenza ricalcolata.

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24 Novembre 2022 · Lilla De Angelis

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