DOMANDA
Un paio di anni fa, dopo una dimostrazione a casa mia, ho accettato di acquistare un aspirapolvere della folletto per la cifra di 563 euro, di cui 63 euro versate come anticipo, ed il resto da pagare in 18 rate mensili, previo invio dei bollettini da parte dell’azienda stessa.
Per i primi sei mesi non ho ricevuto nulla, cosi ho contattato io l’azienda per chiedere motivazioni in merito e la risposta è stata “li riceverà presto”.
Al che mi informo sulla possibilità di pagare tramite i bollettini postali in bianco, compilando i campi con l’intestazione esatta, ricevendo rassicurazioni sull’invio avvenuto dei famosi bollettini.
Passati altri 6 mesi vengo contattata, sempre telefonicamente, e mi si chiede di liquidare in unica rata senza che io abbia ancora ricevuto questi famosi bollettini, espletata la mia intenzione non voler liquidare il tutto in unica rata.
L’incaricato mi accenna all’unica soluzione prevista dal contratto che consiste nel recupero della merce da parte dell’azienda ed al pagamento di una penale del 30%; a quel punto accetto ed attendo, cosi come mi è stato detto, un contatto da parte dell’azienda per il ritiro dell’aspirapolvere.
In effetti, dopo aver letto bene il contratto da me sottoscritto, mi accorgo dell’art. 7 il quale detta le regole in merito al mancato pagamento ed alla decadenza del beneficio del termine con risoluzione del contratto, riferendosi all’art. 1186 c. c. ed alla pretesa da parte dell’azienda di un pagamento in unica rata in alternativa all’immediata restituzione della merce con pagamento di una penale pari al 30% del prezzo pattuito.
Altro silenzio di circa sei mesi ed arriviamo ad oggi, quando mi vedo recapitare una lettera a. r. da parte di uno studio legale di Milano, dove mi si chiede di liquidare entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento la somma di euro 691. 28; poiché nonostante i numerosi solleciti (falso) anche mediante un incaricato che sarebbe venuto a casa mia (falsissimo!), la società si vede costretta a dichiararmi decaduta dal beneficio del termine ai sensi dell’art. 1186 c. c. .
Posto che rispetto all’affermazione secondo la quale sarei stata contattata più volte fino ad un incontro presso la mia abitazione, invito l’azienda a dimostrarmi con le documentazioni adeguate quanto sopra affermato.
In considerazione del fatto che la società si è vista costretta a dichiararmi decaduta dal beneficio del termine ai sensi dell’art. 1186 del c. c. ;
posso pretendere di far salvo il mio diritto di poter riconsegnare l’aspirapolvere con pagamento della penale del 30% del prezzo pattuito?
E comunque come mi devo comportare visto che non ho pagato mai nemmeno una rata per colpa loro e mi ritrovo a due anni di distanza ad essere minacciata?
RISPOSTA
Vedo che lei scrive benissimo: riesce ad organizzare gli eventi secondo un excursus temporale chiaro e logico e li espone con sufficiente dettaglio.
Mi chiedo allora perchè lei non abbia mai dedicato, prima, un pò del suo tempo a buttare giù due righe da inviare al fornitore del folletto, con raccomandata AR, per lamentare il mancato invio dei bollettini di pagamento con i quali far fronte alle 18 rate.
Ed ancora, perché non ne abbia inviata un’altra, di raccomandata AR, per rilevare la nullità della Decadenza del Beneficio del Termine ex art. 7 del contratto sottoscritto, dal momento in cui la società fornitrice non aveva rispettato l’obbligo contrattuale di mettere il debitore nelle condizioni di adempiere al pagamento secondo il piano rateale concordato.
E perchè non abbia intimato al fornitore, sempre con comunicazione raccomandata AR, di procedere al ritiro della merce, mettendo nero su bianco la sua encomiabile disponibilità al pagamento di una penale pari al 30% dell’importo originario pattuito per la vendita del prodotto.
Quello che risulta adesso sono chiacchiere, a meno che lei non abbia registrato le telefonate. Chiacchiere di una debitrice che ha ricevuto i bollettini, non ha pagato consapevolmente il dovuto confidando di tenersi il folletto al costo dei 63 euro della prima rata. Che sia “colpa loro” lo afferma lei ed io le credo. Ma un giudice darebbe torto a lei, senza ombra di dubbio.
Questo è quanto. In merito alla possibilità di far salvo il suo presunto diritto “di poter riconsegnare l’aspirapolvere con pagamento della penale del 30% del prezzo pattuito” deve fare un ulteriore sforzo. E leggere i tempi entro i quali, da contratto, è possibile esercitare tale diritto. Visto che è in grado di farlo.
E sempre ammesso, cosa che non ci dice, che lei non abbia mai utilizzato il folletto, in questi due anni, per pulire casa.
Fatta questa premessa, doverosa perchè lei ha dato alla sua domanda un taglio legale parlando di diritti, clausole, obblighi ecc…, le dico che, al suo posto e nelle condizioni ormai definitesi, mi terrei il folletto ed attenderei di essere contattata dalla solita società di recupero crediti, con la quale giungere ad un concordato su una cifra non superiore ai 500 euro, giusto per dare uno schiaffo morale a questi signori. . E, naturalmente, previa condizione della consegna in unica soluzione, dei bollettini premarcato: il vizietto di dimenticare l’invio al debitore dei bollettini postali prestampati, è più diffuso di quanto non si creda …
29 Settembre 2021 - Chiara Nicolai
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