In data 10 gennaio 2024 un decreto ingiuntivo che pende nei miei confronti diventerà esecutivo: in data 21/12/2023 per proteggere gli interessi di mia moglie siamo andati dal notaio ed abbiamo fatto la separazione dei beni. Ora le proprietà di mia moglie (conto corrente e macchina in cui non compaio minimamente) sono al sicuro?
Quando si chiede un prestito, prima di concederlo, il creditore, si presume, effettui un’indagine patrimoniale: quando il richiedente è coniugato, una dei documenti che il creditore consulta è il certificato di matrimonio, ove viene indicato il regime patrimoniale adottato dalla coppia che, per default, è il regime di comunione dei beni.
Pertanto, se al momento della richiesta del prestito successivamente non rimborsato o al momento in cui viene pronunciata la sentenza che attesta l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile, il debitore inadempiente risultava coniugato in regime di comunione dei beni, a nulla serve modificare il regime patrimoniale adottato dai coniugi da comunione dei beni a separazione dei beni.
Il creditore, anche se il regime patrimoniale adottato dopo l’attestazione di debenza risulta essere quello di separazione dei beni, potrà sempre esercitare azione esecutiva sul 50% dei beni del coniuge non debitore, qualora i beni del coniuge debitore risultassero non sufficienti a soddisfare il credito azionato.
4 Gennaio 2024 · Ludmilla Karadzic
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