Dobbiamo necessariamente presupporre che si tratti di una prima ed unica casa del debitore esattoriale e che in tale unità abitativa il debitore stesso abbia eletto residenza anagrafica. Altrimenti la casa sarebbe espropriabile, con un’ipoteca di mezzo milione di euro, anche dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER, ex Equitalia).
Si tratta di una ipotesi teorica che non trova riscontro nella realtà dal momento che, in caso di espropriazione, il ricavato dalla vendita verrebbe assegnato integralmente al creditore privilegiato, ovvero chi ha iscritto la prima ipoteca (nella fattispecie Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER, ex Equitalia). Quindi, non ci sarebbe alcuna motivazione pratica, da parte della banca, per adottare, a titolo oneroso, una strategia processuale finalizzata all’espropriazione immobiliare del proprio debitore.
Certo, nel sistema giuridico italiano, laddove la prima ed unica casa casa del debitore esattoriale in cui egli risiede non è espropriabile, potrebbe trovare spazio un accordo fra Agenzia delle Entrate Riscossione ed un successivo creditore ordinario (nella fattispecie la banca) finalizzato all’espropriazione immobiliare della casa del debitore esattoriale, altrimenti non espropriabile. Ma nemmeno tale ipotesi è realistica.
11 Giugno 2023 · Piero Ciottoli