Pagamento dei debiti con accordi transattivi a saldo stralcio






Dopo anni di tribolazione sono finalmente riuscito a prendere accordi per il pagamento con saldo a stralcio rateizzato per un debito piuttosto alto: circa 30 mila euro senza interessi in venti anni (il debito totale era di circa 50 mila euro).

Ora mi è venuto un dubbio che non mi fa dormire: è possibile che la Banca che ha acquistato il credito e ha accettato un piano di rientro così lungo possa decidere di cambiare idea e richiedere il pagamento in un unica soluzione dell’intero debito originario? Oppure se continuo a pagare con regolarità ciò non sarà possibile?

Inoltre, mi è rimasta ancora una carta di credito non pagata a cui ho richiesto, tramite l’agenzia del recupero crediti che mi ha contattato, di pagare circa la metà con un saldo stralcio in un’unica soluzione ma tra circa 3 mesi, poiché per il pagamento chiederò ancora l’assistenza di una associazione dei consumatori che si farà garante (spero) con la banca per finanziare questo piccolo importo da aggiungere a un’altro già concesso.

La banca che vanta il credito nei miei confronti, però, dopo due settimane non ha ancora risposto. Cosa mi consigliate di contattare la banca personalmente visto che il recupero crediti non mi ha fatto ancora sapere niente?

Anche perché i tempi per la definizione di queste pratiche sono lunghi e quindi quando l’accetteranno magari non si farà in tempo a terminare tutto l’iter e saremmo punto e a capo. Io non vedo l’ora che anche quest’ultima cosa venga risolta, perché il recupero crediti mi ha in questi anni causato insonnia cronica e stress che solo chi ha a che fare con certa gente può capire.

Naturalmente, conviene si faccia assistere da qualche esperto (anche una associazione di consumatori va bene) per perfezionare l’offerta di saldo stralcio in modo che il documento possa essere efficacemente esibito in sede giudiziale qualora il creditore, nel corso dei vent’anni di durata del piano di ammortamento, cedesse il credito ad altro soggetto (non sarebbe la prima, nè l’ultima volta) e quest’ultimo tentasse di modificare i termini dell’accordo.

Tenendo presente che in caso di inadempimento l’accordo a saldo stralcio stipulato con il creditore non rappresenta una novazione: in parole semplici, l’inadempimento (ad esempio, sette ritardi anche non consecutivi alle scadenze concordate) comporterebbe la decadenza dell’accordo, il debito verrebbe ricalcolato in base a quello originale (nella fattispecie 30 mila euro) gravato da spese di esazione ed interessi moratori applicati come non lei avesse mai versato un centesimo, salvo alla fine detrarre quanto anticipato prima che si verificasse l’inadempimento con l’obbligo, tuttavia, di versare il dovuto residuo in un’unica soluzione. Insomma, come lei stesso teme, si tornerebbe punto e a capo.

Per quanto attiene la seconda domanda, invece, le suggerisco di ricontattare il creditore in considerazione della circostanza che non sempre le associazioni di consumatori svolgono direttamente anche il ruolo di garanti dei prestiti: farebbe bene a rivolgersi ad un confidi, anche attraverso l’associazione di consumatori con cui è in stretto contatto, e, in ogni caso, a sentire quest’ultima per cercare di capire quali siano le problematiche emerse.

9 Febbraio 2019 · Giorgio Martini


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