Sono stato licenziato ormai da 18 mesi dalla ditta che doveva il quinto del mio stipendio per un pignoramento presso terzi. Ho contattato l’ufficio addetto della banca creditrice e fatto una proposta di saldo e stralcio con quello che mi resta del TFR, non avendo altre somme di denaro. Ma non è bastato. Non lavoro ormai da 18 mesi e non so se ne troverò un lavoro stabile. A chi posso rivolgermi per fare una proposta più incisiva e non fatta da me (non potendo permettermi un avvocato) per chiudere il debito e non avere la mannaia del pignoramento sempre sulla testa?
Se ritiene di non essere in grado di condurre da solo una trattativa per raggiungere un accordo transattivo a saldo stralcio con il creditore, di aver bisogno dell’assistenza tecnica di un professionista e di non avere disponibilità economica sufficiente per potersene avvalere, può cercare di individuare un’associazione sindacale o a difesa dei consumatori, preferibilmente presente sul territorio in cui risiede. Ma potrebbe anche interagire, attraverso i canali social, e-mail e telefono con tale organismo, una volta individuatolo sul web.
In aggiunta, va segnalato che i funzionari della banca creditrice difficilmente sono autorizzati a perfezionare accordi a saldo stralcio con il debitore: una situazione più favorevole si potrà creare nel momento in cui l’istituto di credito (una volta appurato che il debitore ha perdo il lavoro e non dispone di immobili) decidesse di appostare a perdita la posizione debitoria cedendola ad una società specializzata nel recupero di crediti deteriorati (NPL). In quella occasione, a mio modesto avviso, potrà tentare, con maggiore successo e senza supporto altrui, di spuntare un accordo transattivo con estinzione del debito a fronte del versamento di un importo scontato in unica soluzione rispetto al capitale ed agli interessi nominalmente dovuti.
13 Novembre 2020 · Ludmilla Karadzic