Richiedere alimenti a sorella: è possibile?

Gli alimenti tra sorelle sono dovuti nella misura dello stretto necessario, vale a dire solo per soddisfare i bisogni essenziali e primari della persona


DOMANDA

Ho dovuto accettare di vendere ad un prezzo bassissimo un appartamento vecchissimo di 50 mq, appartenente alla mia mamma, dove ho continuato a vivere con il mio compagno in seguito alla morte di mia madre vedova che ho assistito (sempre con l’aiuto del mio compagno) per 17 anni. L’ho dovuto fare perché non avendo i soldi per liquidare la parte a mia sorella, quest’ultima nonostante abbia un’ottima situazione economica e possieda 4 case non ha voluto attendere che mi stabilizzassi economicamente e minacciava di far vendere l’immobile all’asta ad un prezzo ancora più irrisorio. Purtroppo il ricavato della vendita non mi consente di acquistare nemmeno un rudere, sia io che il mio convivente siamo due precari e difficilmente potremo permetterci di pagare un affitto. Io e il mio compagno abbiamo speso tutti i nostri (pochi) risparmi per la cura di mia madre e mia sorella non ha mai messo un centesimo. Tra tre mesi dobbiamo liberare l’appartamento: posso chiedere gli alimenti a mia sorella, almeno finchè la situazione economica non migliorerà?


RISPOSTA

E’ sicuramente possibile ottenere gli alimenti da una sorella, ma non è facile, considerando che tra fratelli e sorelle, secondo l’articolo 439 del codice civile, gli alimenti sono dovuti nella misura dello stretto necessario, vale a dire solo per soddisfare i bisogni essenziali e primari della persona e che, gli alimenti legali sono prestazioni di assistenza materiale dovute per legge alla persona che si trova in stato di bisogno economico, di certo incompatibili con la condizione di chi è intestataria di un conto corrente con un saldo non nullo.
Inoltre, se esistono figli o nipoti, questi sono tenuti a fornire gli alimenti legali, in primis, rispetto a fratelli e sorelle il cui obbligo di alimenti, in presenza di discendenti del soggetto beneficiario, diventa sussidiario.
In ogni caso, bisognerebbe affidarsi ad un avvocato – attraverso, naturalmente, l’istituto del gratuito patrocinio – e citare in tribunale la propria sorella per vedersi accordato dal giudice il credito alimentare con il relativo importo.



16 Settembre 2024 - Marzia Ciunfrini


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