Recupero crediti e denuncia per truffa












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Mi trovo in una situazione di sovraindebitamento: su uno stipendio netto di 1350 euro ho una cessione del quinto più delega con Findomestic per l’ammontare di 300 euro; un finanziamento sempre con Findomestic con rata da 150 mensili; una mastercard della mia banca con rata da 150 mensili per un valore da restituire di 4000 euro; una carta Compass con rata da 150 per un valore da restituire di 5000 euro e un finanziamento Compass contratto 4 mesi fa, del valore di 14000 euro che è andato a estinguere un vecchio finanziamento con rata di 290 euro.

Pago un affitto di 320 euro e mi è pure arrivata una bolletta di 2000 euro di gas che mi sono fatta rateizzare.

Ho il conto corrente in rosso di 2000 euro con un fido naturalmente.

Non ce la faccio più, questo mese non ho pagato nulla a parte l’affitto e le bollette, ho deciso di farmi pignorare il quinto dello stipendio se sarà.

Oggi Compass mi ha telefonato dicendomi che siccome il prestito è fatto da pochi mesi posso essere denunciata x truffa.

1) Cosa succede se mi denunciano per truffa?

2) quali sono le conseguenze se non pago le rate della carta della mia stessa banca dove ho l’accredito di stipendio?

3) con una denuncia per truffa rischio di perdere il lavoro?

4) ho un’auto del 2010 cointestata col mio ex marito dal quale sono separata legalmente, possono pignorarmela?

Le finanziarie, prima di concedere un prestito, effettuano una istruttoria, mediante accesso alle Centrali Rischi, per verificare se il richiedente è, o meno, un cattivo pagatore.

Esse dispongono, pertanto, di tutte le informazioni sui finanziamenti già erogati al richiedente. Questi dati, incrociati con l’importo del reddito percepito in busta paga, dovrebbero portare a determinare la capacità di rimborso del prestito.

In altre parole, una finanziaria più scrupolosa e responsabile, rispetto alle problematiche di sovraindebitamento del debitore, non le avrebbe dovuto concedere, quattro mesi fa, un prestito di 14 mila euro, dal momento che la sua situazione debitoria, già quattro mesi fa, risultava ampiamente compromessa.

Pertanto, ammesso (e non concesso) che si voglia prendere in considerazione l’asserito reato di truffa di cui lei si è resa responsabile, a dire del fantasioso addetto al contact center, andrebbe innanzitutto vagliato il reato di induzione al sovraindebitamento commesso dalla finanziaria con conseguente obbligo di risarcimento danni al debitore.

Il pignoramento di una vettura del 2010 non rappresenta, per il creditore, uno strumento efficace di riscossione coattiva.

In conclusione, lo scenario più negativo che le si può presentare, a questo punto, è il pignoramento di un quinto dello stipendio.

Considerato che il massimo pignorabile per tutti i crediti vantati nei suoi confronti da banche, privati e finanziarie è proprio il 20% dello stipendio netto (al lordo della cessione del quinto e del prestito delega), dovrebbe valutare, proprio come riferisce di aver ipotizzato, l’opzione di sospendere tutti i rimborsi (tranne, naturalmente, quelli che vengono effettuati direttamente dal datore di lavoro).

Realizzerebbe così una sorta di consolidamento giudiziale del debito: una volta che siano state prelevate le quote dello stipendio finalizzate a servire il rimborso della cessione del quinto, del prestito delega e del pignoramento in corso, le resterebbe il 40% della retribuzione mensile per affrontare le esigenze della vita quotidiana.

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27 Gennaio 2015 · Chiara Nicolai

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