Prestito endofamilare del debitore via bonifico

In assenza di un contratto scritto di prestito, per giurisprudenza consolidata, il bonifico endofamiliare al proprio fratello configura una donazione: una donazione di non modico valore è nulla se non è sancita da un atto notarile.

Il creditore del donante debitore potrebbe allora eccepire la nullità della donazione ed esercitare azione esecutiva di recupero del credito azionato, direttamente nei confronti del donatario (il fratello del debitore donante). Infatti, come accennato, un trasferimento di denaro a titolo di donazione, effettuato a mezzo bonifico bancario, ma senza atto pubblico, è considerato viziato da nullità e, come tale, deve ritenersi mai avvenuto (Corte di cassazione sentenza 18725/2017). Pertanto l’importo del bonifico dovrà ritenersi appartenere alla sfera giuridica del donante (cioè, i soldi trasferiti sul conto corrente del fratello devono essere considerati, ai fini giuridici (leggasi ai fini delle eventuali azioni esecutive di pignoramento ed espropriazione), come ancora appartenenti al donante (il debitore).

Tutto questo in linea teorica. Tuttavia:

– solo i cointestatari e egli eredi dei cointestatari hanno accesso alla documentazione relativa ai singoli movimenti (a meno che non ci si muova in ambito penale con ipotesi, ad esempio, di contestazione del reato di riciclaggio). Il creditore, quindi, non potrebbe conoscere i singoli movimenti di conto corrente;
– finora la giurisprudenza non ha ancora fissato la soglia in base alla quale una donazione possa essere considerata di modico valore o meno;
– il donatario potrebbe aver speso i soldi trasferitigli dal donante tramite bonifico in conto corrente.

18 Giugno 2022 · Ludmilla Karadzic