Accordo transattivo a saldo e stralcio perfezionato con Banca IFIS ma non rispettato dal debitore
Circa un anno fa, a seguito di un debito di euro 4000 non rimborsato a Findomestic, riuscii ad effettuare un accordo saldo e stralcio di euro 2000 con la società di recupero crediti che si identificava in Banca IFIS Per diverse problematiche non sono riuscito a saldare per intero quando stabilito, versando solo la somma di euro 1500. Da qualche tempo ho ricevuto da parte di Banca IFIS la comunicazione di decadenza del beneficio del termine con la quale mi chiedono l intera somma rimanente. Vi chiedo: sarebbe possibile che Banca IFIS accetti un eventuale nuova proposta di saldo e stralcio? ...
Com'è noto, le disposizioni che regolano le modalità e i presupposti delle segnalazioni nelle Centrali Rischi, pubbliche e private, prevedono che il creditore (banca, finanziaria e società di recupero crediti) anche quando addiviene ad una definizione transattiva, sia sempre tenuto a procedere alla segnalazione, sebbene limitatamente alla quota parte dell'importo non recuperato. Infatti, devono essere segnalati i crediti passati a perdita, i crediti in sofferenza che il creditore ha considerato non recuperabili o per i quali non ha ritenuto conveniente intraprendere i relativi atti di recupero e le frazioni non recuperate dei crediti che hanno formato oggetto di accordi transattivi con il debitore. Spesso, la quietanza liberatoria rilasciata dal creditore fa specifico riferimento all'importo parziale pattuito nell'accordo transattivo a saldo stralcio; sicchè al debitore che se ne serve per chiedere, decorso il termine triennale, la cancellazione del proprio nominativo dalla Centrale Rischi in cui è stato segnalato, non resta altro ...
Accordo transattivo a saldo stralcio raggiunto via sms e poi disatteso
Ho raggiunto, con una società di recupero crediti, attraverso l'addetto che gestiva la mia pratica, un accordo a saldo stralcio che prevedeva un acconto del 20% del debito originario e il rimborso del 50% dell'importo originariamente dovuto con un piano di rientro della durata di cinque anni (60 rate). In pratica mi era stato prospettato uno sconto del 70% sull'importo complessivamente dovuto ed una dilazione del 50% del debito in 60 rate mensili Per poter versare l'acconto ho chiesto la cessione del quinto dello stipendio. Ora però, la società disconosce l'accordo pretendendo un acconto del 50% ed il residuo in cinque anni. Posso far valere, in una eventuale opposizione a decreto ingiuntivo, l'accordo stipulato via sms? ...