Pignoramento mobiliare esattoriale – Quanto è fondato il timore?


Pignoramento presso residenza debitore e presunzione legale di proprietà – problematiche e possibili precauzioni





Ho recentemente scoperto che un familiare in passato non ha fatto fronte al pagamento di una serie di tributi (principalmente ICI/IMU, rifiuti solidi urbani e servizio idrico).

Non ha mai detto niente a nessuno ed ha così maturato un un debito di circa 20 mila euro con l’agenzia delle entrate.

Oggi è privo di reddito e di beni, fatto salvo un piccolo assegno di accompagnamento in quanto malato grave.

Non sapendo che pesci pigliare chiese di aderire ad uno dei decreti rottamazione: questa è stata accordata, ma con una rata letteralmente impossibile per le sue condizioni (e francamente, anche per quelle di qualunque lavoratore comune).

Sperava di farcela privandosi dell’assegno di accompagnamento, ma i numeri sono impietosi e non consentiranno di adempiere a quella scadenza.

Ora è angosciato dall’evenienza che l’agenzia delle entrate possa procedere con il pignoramento mobiliare; vive in un immobile a me intestato (io vivo all’estero) e credo che questo lo abbia portato a raccontare la situazione.

Quanto è fondato questo timore?

Viviamo in un paese ormai allo stremo, dal futuro incerto: può darsi che messo alle strette, il concessionario della riscossione riceva direttive per effettuare pignoramenti presso la residenza del debitore anche laddove non sia ragionevole presumere la possibilità di rinvenire arredi di pregio, manufatti d’autore, materiale di antiquariato, gioielli, orologi e collezioni di valore, impianti tecnologici avanzati e via dicendo; e si riduca, pertanto, a raccattare mobili comuni usati da rivendere all’asta, rischiando di recuperare molto meno delle spese necessarie ad organizzare l’ambaradan.

Detto questo, per ricondurre il problema alle sue corrette dimensioni, va ricordato che l’articolo 514 del codice di procedura civile dispone che non si possono pignorare i vestiti, la biancheria, i letti, i tavoli per la consumazione dei pasti con le relative sedie, gli armadi guardaroba, i cassettoni, il frigorifero, le stufe ed i fornelli di cucina a gas o elettrici, la lavatrice, gli utensili di casa e di cucina unitamente ad un mobile idoneo a contenerli, gli animali domestici da affezione.

Pertanto, a mio parere, l’angoscia del suo familiare può essere razionalmente limitata a quella che può derivare dal timore di uscire di casa e rimanere schiacciato da una lastra di ghiaccio piovuta da un tetto a falde spioventi in una giornata di mezza estate. Possibile sì, ma altamente improbabile.

26 Novembre 2018 · Carla Benvenuto


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