DOMANDA
Chiusa positivamente la questione affidata al professionista in sede di conciliazione, poiché non ho voluto proseguire per il recupero delle spese e ulteriori, ho dovuto comunque pagare il mio legale: datosi i buoni rapporti mi ha invitato a versargli la parcella anche dopo qualche mese o anche rateizzarla, e stavo già mettendo assieme la somma per il saldo quando, a distanza di circa una ventina di giorni è arrivata l’inondazione a causa della quale, come altri, ho perso casa e tutto quanto all’interno, per cui ho dato priorità alla mia situazione differendo il pagamento della parcella all’avvocato. Dopo qualche mese mi arriva una raccomandata A/R da parte del legale che mi invitava a versare saldo ovvero a rateizzarlo. Data la situazione ho concordato ad una rateizzazione. Ora, il punto del quesito è questo: nella missiva era chiaramente spiegato che ad ogni bonifico dovevo inviargli la rendicontazione del bonifico per poi redigere la regolare fattura cui ad ogni bonifico trasmettevo tramite e. mail la ricevuta rilasciata dal mio Istituto di Credito; poi ho capito che mi chiedeva anche la rendicontazione ossia praticamente copia del mio estratto conto. Quindi la domanda è questa: in virtù della privacy sono obbligato a trasmettere gli estratti conti trimestrali? Per la circostanza ho “oscurato” tutte le voci non riguardanti il bonifico lasciando visibile solo il pagamento al legale, è comunque valida? Grazie
RISPOSTA
Il problema nasce, in soldoni, dalla scarsa fiducia che l’avvocato nutre nei confronti dell’affidabilità e correttezza del cliente: partiamo dall’ipotesi che cliente e avvocato abbiano ciascuno un conto corrente aperto presso Istituti bancari diversi. In un tale contesto, la ricevuta rilasciata dall’Istituto bancario del cliente ha poco valore: infatti subito dopo aver effettuato un bonifico ordinario, il cliente potrebbe revocarlo e così l’avvocato si troverebbe ad avere emesso fattura con il conseguente obbligo di versare l’IRPEF sull’imponibile dichiarato in fattura, sull’IVA incassata da restituire allo Stato, e sulle contribuzioni previdenziali dovute alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense (CNPAF) senza avere, in realtà, incassato un solo euro.
Per questa ragione l’avvocato, prima di emettere fattura, vorrebbe esaminare l’estratto conto del cliente per visualizzare l’avvenuto addebito dell’importo bonificato sull’estratto conto del cliente. Così potrebbe tranquillamente attendere che l’importo bonificato della cliente venga trasferito sul proprio conto corrente.
La problematica può essere superata con un accordo fra cliente ed avvocato secondo il quale la fattura potrà essere rilasciata al cliente solo dopo un esito positivo dell’accredito sul conto corrente dell’avvocato. Oppure, più semplicemente si può aggirare la questione con un bonifico istantaneo da cliente ad avvocato, che dovrebbe essere disponibile allo stesso costo del bonifico normale.
E, in effetti, il bonifico ordinario conserva, rispetto al bonifico istantaneo, la possibilità, per il disponente, di revoca successiva, anche se in termini abbastanza stretti, in caso di errore rilevato per importo e/o per IBAN del destinatario, dopo la disposizione di bonifico.
14 Agosto 2024 - Simonetta Folliero
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