Notifica di due pignoramenti presso INPS avvenuti entrambi in una stessa giornata

Il quesito non ci appare molto chiaro (colpa nostra): per la trattazione che segue, va considerato l’importo della pensione al netto delle ritenute fiscali ma al lordo della trattenuta a servizio del rimborso del prestito dietro cessione del quinto, importo che supporremo, tanto per fissare le idee, pari a 1500 euro/mese.

Da tale importo va sottratto il minimo vitale attualmente pari a 1007 euro: per cui la parte che eccede il minimo vitale, su cui va calcolato l’importo della trattenuta di un quinto, è di 493 euro, con una trattenuta del quinto pari a 99 euro circa.

L’esistenza di una trattenuta in corso a servizio del prestito dietro cessione del quinto è, per quanto qui interessa, del tutto irrilevante.

L’INPS dovrà rendere al giudice la dichiarazione del terzo pignorato di cui all’articolo 547 del codice di procedura civile: è chiaro che pur se le notifiche all’INPS sono pervenute nella medesima giornata, sarà sempre possibile individuare quale dei due creditori procedenti ha per primo affidato l’atto di pignoramento al messo per la notifica al debitore inadempiente: supporremo che il creditore A abbia effettuato la consegna dell’atto di pignoramento all’INPS prima di B.

Pertanto, nelle ipotesi formulate, INPS comunicherà al giudice adito da A che la pensione è libera da pignoramenti, mentre comunicherà al giudice adito da B che sulla pensione grava un pignoramento notificato dal creditore A riservandosi di rendere noti, al giudice adito da B, l’importo e la scadenza della trattenuta a favore di A appena il giudice adito da A avrà deliberato.

Inizialmente l’INPS dovrà accantonare sia il quinto destinato ad A che il quinto destinato a B per complessivi 198 euro circa, questo perché il giudice adito da B potrebbe sempre, in linea teorica, deliberare che i creditori A e B non sono della medesima natura (la classificazione della natura del creditore procedente spetta, in via esclusiva, al giudice adito e non può essere surrogata dall’INPS).

Successivamente, anche e soprattutto sulla scorta delle informazioni integrate dall’INPS, il giudice adito da B decreterà che A e B sono creditori della medesima natura (ordinaria, nella fattispecie, stando a quanto ci viene riferito), disporrà la restituzione al debitore delle somme accantonate a favore di B e “accoderà” la trattenuta a favore di B a partire dal mese successivo a quello in cui sarà stato estinto il credito azionato da A: morale della favola, la pensione resterà sostanzialmente gravata da una trattenuta a favore di A per 99 euro circa a cui si accoderà, una volta soddisfatto il credito azionato da A, una trattenuta, sempre di circa 99 euro, a favore di B, fino al soddisfacimento del credito azionato da B.

In conclusione, da luglio 2023 dovrebbe percepire la pensione accreditata a giugno diminuita di 198 euro circa.

Quando il giudice adito da B assegnerà la trattenuta a favore di B, le verranno restituite le trattenute accantonate a favore di B e la pensione resterà gravata da una trattenute di 99 euro circa.

27 Giugno 2023 · Patrizio Oliva