Normativa RAEE per smaltimento rifiuti elettronici – Cosa cambia dal 15 agosto 2018?

Smaltimento rifiuti elettronici












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Sono un socio di minoranza di un piccolo negozio di elettrodomestici nel bergamasco: non mi occupo molto della gestione dell’attività, ma il mio socio mi ha informato di alcuni cambiamenti imminenti nella normativa RAEE per lo smaltimento di rifiuti elettronici.

Più nel dettaglio, cosa cambia dal 15 Agosto 2018?

A partire dal 15 agosto 2018, in attuazione di quanto stabilito a livello europeo (direttiva 2012/19/UE), entra in vigore il campo aperto di applicazione del dlgs 49/2014, la normativa sulla gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), che prevede per questi rifiuti la creazione di un sistema di gestione distinto dagli altri (ritiro, trasporto, raccolta separata, trattamento).

Ma praticamente, cosa cambia?

Secondo il nuovo sistema, gli adempimenti della normativa Raee riguarderanno in sostanza tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche per le quali non sia prevista specifica esclusione.

Per adempiere agli obblighi di raccolta, trattamento, recupero e smaltimento, i produttori si dovranno affidare ai sistemi di gestione individuali o collettivi operanti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.

Sono potenzialmente interessati dalle novità, che consistono in un ampliamento dell’ambito di applicazione:

  • i produttori e gli importatori di tali apparecchiature, sui quali ricadono gli adempimenti principali; devono ad esempio organizzare e finanziare un sistema di gestione dei rifiuti delle proprie apparecchiature immesse sul mercato, tramite sistemi individuali o, preferibimente, aderendo ad un sistema collettivo (Consorzio);
  • iscriversi al “Registro Nazionale telematico dei produttori di AEE” (Registro AEE) prima di immettere l’apparecchiatura sul mercato ed esporre il numero di iscrizione al Registro sui documenti commerciali (es. fatture, DDT, corrispondenza, preventivi, listini, ecc.)entro 30 giorni dal suo rilascio; ecc.

  • le imprese della filiera come i distributori, gli impiantisti e i centri di assistenza, che nell’ambito della propria attività si trovano a “ritirare” dei RAEE.

Seppure formalmente la definizione di AEE non venga modificata, tale nuovo approccio (open scope) farà ricadere nell’ambito di applicazione della normativa sui RAEE molte apparecchiature e componenti prima esclusi.

Ma non solo: le modalità di classificazione di un bene come AEE (e, dunque, come RAEE nel momento in cui diventa rifiuto), è meno circoscritta, poiché si supera la vecchia classificazione con 10 categorie ben individuate (in base alla quale, sostanzialmente, se un prodotto non ricadeva nell’elenco non veniva individuato come AEE e quindi come RAEE) e si introduce un criterio cosiddetto “aperto”, in base al quale tutte le apparecchiature che rispondono alla definizione di AEE rientrano nella relativa disciplina – a meno che non siano riconducibili alle esplicite esclusioni previste.

Ma, dunque, cosa devono fare le imprese?

  1. per coloro che già si configuravano come produttori/importatori di AEE, le novità implicano la necessità di adeguare la classificazione delle AEE con le nuove categorie; tale conversione verrà effettuata in automatico da parte del Registro AEE e pertanto l’impresa dovrà solo verificarne la correttezza e, se necessario, integrarla con una comunicazione di variazione. Il Registro AEE informerà della riclassificazione le imprese iscritte mediante la trasmissione via PEC di apposita comunicazione. Aggiornamenti potranno essere richiesti anche dal Consorzio di riferimento.
  2. per le imprese che producono/importano apparecchiature che prima non erano AEE ma che adesso lo saranno, a partire dal 15 agosto dovranno essere in regola con tutti gli adempimenti previsti per i produttori (adesione ad un Sistema Collettivo, iscrizione al registro AEE, obblighi di comunicazione e informazione).
  3. Per le imprese della filiera (distributori, installatori, centri di assistenza), le novità avranno effetto laddove un’apparecchiatura che rientra nel nuovo campo di applicazione diventerà rifiuto e, dunque, dovrà essere gestita come RAEE, applicando le procedure e gli adempimenti specifici previsti per tali rifiuti.

Si calcola che dal riciclaggio dei rifiuti elettronici si svilupperà un vero e proprio comparto industriale capace di dare lavoro a migliaia di persone.

Al tempo stesso, si stima che verranno risparmiati denaro e una quota di immissione di gas serra come pure 1,2 miliardi di euro di materie prime grazie al riciclaggio.

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la guida del Comitato di Vigilanza Raee.

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7 Agosto 2018 · Gennaro Andele

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