Modem libero – Il Consiglio di Stato dà ragione ai consumatori


Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso di Tim e chiude la partita sulla questione del modem libero: i clienti potranno utilizzare un proprio modem





Vorrei sapere che ne è stato della vicenda che contrapponeva i consumatori alle grandi aziende di telecomunicazioni per quanto riguarda il diritto di scegliere, ognuno per se, il modem migliore quando si attiva l’ADSL o la Fibra Ottica nelle proprie abitazioni.

Novità?

Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso di Tim e chiude la partita sulla questione del modem libero, vale a dire il diritto degli utenti a usare un proprio modem per navigare su internet – senza dover sottostare alle imposizioni dei proprio operatori.

La sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti emesso una sentenza in data 2 agosto 2021, con la quale ha dichiarato in parte inammissibile ed in parte infondato il ricorso presentato da Telecom Italia nei confronti della delibera Agcom in materia di modem libero”, annuncia Fulvio Sarzana, avvocato di Assoprovider, che si era costituita in giudizio con varie associazioni (di provider e fornitori di tecnologia, Aires, Aiip, Vtke) a sostegno della delibera Agcom

Sono trascorsi tre anni dall’adozione della Delibera 348/18/CONS, con la quale AGCOM, in conformità alla regolamentazione europea a tutela dell’internet aperta, ha attuato anche in Italia i principi del modem libero, ossia la possibilità per gli utenti di scegliere liberamente le proprie apparecchiature terminali”, ricorda Gabriele Fiorentino, rappresentante dell’associazione Free Modem Alliance, nata proprio a tutela di questo diritto (raccoglie, oltre alle suddette associazioni, anche alcune dei consumatori).

Fino a quella delibera, gli operatori imponevano un proprio modem agli utenti, spesso a prezzi molto più alti di quelli di mercato; tanto che Agcom ha stabilito anche il loro diritto a restituirlo gratis per non doverne più pagare le rate. Adesso gli utenti possono dotarsi di un proprio modem a scelta, con qualsiasi rete. Un altro degli effetti – indiretti – della delibera è che gli operatori ora tendono a non fare più pagare a parte il proprio modem.

Prima ancora che la Delibera entrasse effettivamente in vigore, alcuni dei maggiori operatori proposero tuttavia ricorsi al TAR Lazio, invocandone l’illegittimità. Oggi, finalmente, il Consiglio di Stato chiude tale parentesi giudiziaria, rigettando definitivamente il ricorso in secondo grado di TIM”, spiega Fiorentino.

Come Free Modem Alliance (FMA), esprimiamo la nostra soddisfazione per tale esito, che riafferma il modem libero come un diritto ormai acquisito per i consumatori e gli utenti italiani, prevenendo ogni possibile, e anche solo parziale, ritorno al passato”, continua.

La sentenza non ha un impatto solo sulla tutela del diritto modem libero. “La giustizia amministrativa ha riconosciuto la piena competenza di Agcom ad agire contro accordi o pratiche commerciali posti in essere dagli operatori in violazione dei diritti al modem libero, anche intervenendo d’autorità su clausole in contrasto con norme imperative, e la piena legittimità delle disposizioni a tal fine introdotte”, spiega Fiorentino.

Conferma Sarzana: “riconosciuto per la prima volta il diritto dell’Agcom di intervenire sulle clausole contrattuali; c’erano sembra dubbi a riguardo, perché il settore tlc sarebbe liberalizzato”. Significa che “se gli operatori non si comportano bene imponendo clausole contrarie agli interessi degli utenti, Agcom può dichiararle nulle”.

3 Agosto 2021 · Andrea Ricciardi


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