Siamo una coppia di coniugi, cui il sottoscritto è in pensione Inps con a carico il coniuge nel nucleo familiare senza reddito proprio, nonché tre figli, adulti e con vita propria e il motivo del quesito che vorrei porre è questo: alcuni anni addietro io e mia moglie abbiamo chiesto un finanziamento di 30mila euro ad una conosciuta finanziaria con l’intento di ristrutturare una vecchia abitazione per andarci ad abitare. Il “richiedente” è stato il sottoscritto mentre il coniuge è stato il “coobbligato/firmatario”. La restituzione del finanziamento avveniva mediante bollettini prestampati, trasmessi in unico blocco dalla finanziaria. Per i primi anni tutto è stato regolare. Poi, per un susseguirsi di problematiche venivano saltate delle rate poi l’impossibilità di poterle pagare.
In seguito, come prevedibile, si è innescato l’iter per il recupero. Ora, saltando tutte le lettere, diffide, recupero crediti e quant’altro di solito avviene, venne notificato il decreto ingiuntivo ad entrambi (richiedente e coobbligato/firmatario) con l’intimazione di pagare “IN SOLIDO TRA LORO” l’importo indicato. Successivamente, con l’udienza di convalida il giudice ha stabilito che la somma fosse riscossa mediante pignoramento del quinto pensione presso il terzi Inps; importo tuttora trattenuto.
Il motivo che ora mi perviene è questo: con l’ordinanza del giudice per il recupero dell’importo (più ulteriori gravose spese) la finanziaria, con l’ordinanza, deve ritenersi soddisfatta? Qualora il coniuge coobbligato/firmatario (non citato nell’ordinanza del giudice per il pignoramento del quinto pensione) riscuota qualche provento personale è esente da “aggressioni” da parte della finanziaria o è sempre valido il pagarsi “IN SOLIDO TRA LORO”?
Non essendo pratico del settore ho cercato di esprimere il quesito al meglio. Ringrazio per l’attenzione e per l’eventuale chiarimento.
Abbiamo già risposto qui ad un certo Silverio, sulla medesima questione.
7 Settembre 2023 · Simone di Saintjust