Imposte su donazioni e successioni quando in gioco ci sono degli immobili

Le imposte di successione in linea retta godono della franchigia di 1 milione e mezzo, poi ci sono le tasse catastali e ipotecarie da versare


DOMANDA

Il coniuge sopravvissuto deve provvedere a fare l’atto di successione. Intende fare contemporaneamente, nello stesso atto notarile, accettazione eredità della porzione di appartamento del defunto coniuge e donazione della stessa porzione all’unico figlio. Intende inoltre donare la propria porzione di appartamento al figlio. Il figlio riceve con lo stesso atto notarile la sua quota ereditaria restante dell’appartamento. Il coniuge sopravvissuto riserva per sé in atto notarile l’usufrutto a vita sull’appartamento. E’ possibile seguire questa procedura? L’appartamento in questione è l’abitazione principale del coniuge sopravvissuto. Che imposte di registro, ipotecarie e catastali si pagano in questo caso di donazione? E chi dovrebbe pagarle?


RISPOSTA

Le aliquote e le franchigie stabilite per l’imposta sulle successioni e donazioni sono uniche e sono state previste dall’articolo 2, comma 48, del decreto legge 262/2006. Il trattamento fiscale riservato a donazioni e successioni prevede l’applicazione delle seguenti aliquote:
– del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
– del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100 mila euro;
– del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
– dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia. Oltre alle franchigie di 100 mila euro e di 1 milione di euro, vi è una ulteriore franchigia, pari ad 1 milione e 500 mila euro, per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap, riconosciuto grave ai sensi della legge 104/1992.
Con il notaio potrà essere concordata la parcella per la redazione degli atti: laddove possibile, il notaio non si opporrà sicuramente ad includere in uno stesso atto l’accettazione dell’eredità per il coniuge superstite ed il figlio del defunto, nonché la donazione delle nuda proprietà di metà appartamento al figlio con riserva di usufrutto per l’intero appartamento che il coniuge superstite ha diritto di occupare vita natural durante. Tuttavia non credo che l’adozione di atti omnicompresivi comporterà un risparmio rilevante nella spesa dal momento che la parcella del notaio è commisurata alla complessità degli atti da redigere e non certo al loro numero. Nelle donazioni è il donatario che è tenuto a pagare le imposte, nelle successioni, naturalmente, sono gli eredi che devono pagare le imposte dovute. Ma ci sono altre imposte da versare a carico di chi acquisisce in parte o tutto l’appartamento e sono l’imposta catastale e l’imposta ipotecaria: la prima pari al 2% del valore dell’immobile (senza franchigia) ricevuto in dono e/o acquisito per successione; l’imposta catastale, invece, ammonta all’1% del valore dell’immobile sempre senza franchigia. Ma c’è una bella notizia, se per il figlio coerede della madre ricorrono le condizioni per il diritto alle agevolazioni prima casa, l’imposta catastale e quella ipotecaria si riducono complessivamente a soli 400 euro. Spero che la risposta sia stata esaustiva anche se la questione è abbastanza articolata e complessa.


24 Ottobre 2024 - Piero Ciottoli

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