Green pass: viaggi matrimoni e molto altro – Ecco come funziona


La certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione viene rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria competente





Vorrei capirne qualcosa in più in merito al tanto chiacchierato Green Pass, che servirebbe per effettuare viaggi e partecipare ad eventi come ad esempio i matrimoni.

Potete chiarire?

L’estate è alle porte e molti italiani stanno organizzando le vacanze, ma ancora c’è incertezza sul tanto chiacchierato Green Pass, il certificato verde per viaggiare in Italia (e non solo) annunciato dal Governo in attesa che l’Unione Europea istituisca il Certificato EU Covid-19, valido in tutti i Paesi comunitari.

Come si ottiene il Green pass italiano, quanto dura e a cosa serve esattamente?

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza con le informazioni che abbiamo al momento.

Il certificato verde necessario per viaggiare in Italia e spostarsi tra le Regioni arancioni e rosse è stato annunciato con lo scorso aprile nel Decreto Riaperture. Non si tratta di un passaporto vaccinale, ma di un documento che certifica uno dei seguenti stati:

  • avvenuta vaccinazione contro il Covid-19
  • guarigione dall’infezione da Covid-19
  • referto di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del Covid-19 che riporti esito negativo e che sia stato eseguito nelle 48 ore antecedenti.

Il Ministero della Salute riporta qualche esempio pratico per capire meglio cosa viene considerato “Green pass”:

  • Il certificato vaccinale che viene rilasciato dalla Regione o dall’Asl competente alla fine del ciclo vaccinale è considerato un certificato verde Covid-19.
  • Allo stesso modo, se a fine della malattia da Covid-19 avete ricevuto un certificato verde di fine isolamento o se avete un referto di un tampone antigenico negativo effettuato presso i centri autorizzati, questi sono considerati un certificato verde.

Alla luce di questi esempi riportati sul sito del Ministero della Salute, risulta quindi più facile comprendere come si ottiene il “Green pass”.

La certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione viene rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria o dal Servizio Sanitario Regionale di competenza. La certificazione sarà disponibile anche nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato.

Coloro che abbiano già completato il ciclo di vaccinazione alla data di entrata in vigore del Decreto legge Riaperture possono richiedere la certificazione verde Covid-19 alla struttura che ha erogato il trattamento sanitario.

Il certificato di avvenuta guarigione o di fine isolamento, invece, è rilasciato dalla struttura ospedaliera in cui è avvenuto il ricovero, dall’Asl o dai medici di medicina generale.

Il referto del tampone è consegnato dalle strutture sanitarie pubbliche, private autorizzate, accreditate, dalle farmacie o dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che erogano tali test. La validità della certificazione è di 48 ore dal prelievo.

Green pass e prima dose di vaccino
Il nuovo Decreto Legge 65/2021, in vigore dal 18 maggio, introduce un’importante novità. Come riporta l’articolo 14, il Green pass è rilasciato “anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino e ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale”.

I tre Green pass italiani, cioè le tre certificazioni verdi Covid-19, hanno tempi di validità e modalità di rilascio differenti.

Il nuovo decreto del 18 maggio porta a 9 mesi la validità del Green pass di chi ha completato il ciclo vaccinale. Mentre è stato deciso di rilasciare una certificazione anche a coloro che hanno effettuato solo la prima dose. In questo caso la validità va dal quindicesimo giorno dalla vaccinazione (periodo necessario per avere una certa copertura) fino alla data della seconda somministrazione.

Questo significa di fatto che se si ha ricevuto il vaccino di AstraZeneca, la cui seconda dose viene inoculata a distanza di circa tre mesi, il Green pass ha validità di circa un anno.

Se si ricevono i vaccini Pfizer e Moderna, che hanno al momento un richiamo dopo 42 giorni, è di poco più di 10 mesi.

Infine, con Johnson&Johnson, una sola dose, la durata del Green pass è di 9 mesi.

La validità del Green pass rimane a sei mesi in caso di guarigione da Covid-19. In caso di tampone negativo, il certificato vale nelle 48 ore successive dall’esecuzione del test.

Il Green pass è un documento necessario per spostarsi tra Regioni o Province autonome che, a causa di un aggravarsi dei contagi, rientreranno in zona rossa o arancione. Non serve invece in caso di spostamenti tra Regioni gialle o bianche.

Ma c’è una novità. Il nuovo Decreto Legge 65/2021 – “Misure urgenti relative all’emergenza epidemiologica da Covid-19” – in vigore dal 18 maggio, dà il via libera, dal 15 giugno in zona gialla, allo svolgimento di feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose (come matrimoni e battesimi), anche al chiuso. I partecipanti, però, dovranno essere muniti di Green pass.

Il certificato verde servirà anche per visitare gli anziani nelle case di riposo (Rsa), mentre si ipotizza, ma non è ancora certo, che verrà impiegato anche per assistere quest’estate a concerti e spettacoli o entrare nelle discoteche.

Una precisazione è necessaria. Il Green pass italiano è valido sul territorio nazionale. All’estero, si è soggetti alle normative dei singoli Paesi, anche all’interno dell’Unione Europea finché non sarà attivo il Certificato EU Covid-19 che stabilisce regole comuni e condivise da tutti gli Stati membri.

Come chiarisce il Ministero della Salute, i Green pass rilasciati dalle Regioni italiane hanno validità solo in ambito nazionale e sono attivi fino all’entrata in vigore del Digital Green Certificate (ufficialmente Certificato Eu Covid-19), il certificato verde approvato dall’Unione Europea. Quest’ultimo verrà emesso da una piattaforma nazionale implementata con dati forniti dalle Regioni e avrà un QRcode necessario per verificarne l’autenticità e la validità.

Il Certificato Eu Covid-19, la cui approvazione – salvo ulteriori rallentamenti – è prevista verso metà giugno, sarà necessario per i viaggi all’interno dell’Unione Europea, ma sarà valido anche per gli spostamenti in Italia e per tutte quelle attività che richiederanno una certificazione.

21 Maggio 2021 · Andrea Ricciardi


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