DOMANDA
Dovendo assicurare la mia auto, immatricolata per la prima volta quindici anni fa, ho effettuato diversi preventivi con numerose compagnie, ma nessuna mi vuole far inserire la clausola del furto e incendio.
Come mai?
RISPOSTA
Quando, insieme alla responsabilità civile, si sottoscrive la polizza anche per il furto, essa tutela l’assicurato sia contro il furto vero e proprio dell’auto, sia contro i tentativi di furto o di scasso non riusciti, fino alla distruzione totale del veicolo.
Dunque, se nel tentativo fallito di rubarvi l’auto il ladro ve la danneggia, la polizza furto coprirà il danno che è stato commesso.
Oltre al furto dell’auto stessa, la polizza copre anche i furti delle sue singole parti, ma non i furti degli oggetti che si trovano nel veicolo.
Per intenderci, se vi rubano i cerchioni, le gomme o i tergicristalli siete coperti, ma se per caso vi sottraggono un oggetto dal bagagliaio o il computer che avevate lasciato sui sedili, l’assicurazione non vi può risarcire.
In caso di distruzione dell’auto, l’assicurazione pagherà tutto il suo valore commerciale al momento del furto (attenzione: non al momento in cui l’avevate comprata).
Questo valore viene rinegoziato di anno in anno a ogni rinnovo della polizza ed è destinato a scendere progressivamente.
Inoltre, la stipula della polizza auto furto incendio fa salire il premio assicurativo annuale.
Ma quanto si paga di più?
Dipende dal valore commerciale della macchina, che differisce dal prezzo di listino e viene rinegoziato al ribasso di anno in anno man mano che aumentano l’età e l’usura.
Solitamente l’aumento oscilla tra poche decine di euro fino a un centinaio o anche più in caso di vetture nuove e particolarmente costose.
Dunque, la polizza furto incendio conviene a chi ha un’auto nuova e che costa molto, ma anche a chi non ha la possibilità di parcheggiare la macchina in garage ed è costretto a lasciarla fuori durante le ore notturne.
La polizza conviene poi a coloro che risiedono in zone dall’alto tasso di criminalità o comunque considerate a rischio.
11 Marzo 2020 - Giovanni Napoletano