I reati di evasione fiscale commesso dal donante e di riciclaggio perpetrato dal donatario che accetta la donazione nonostante conosca la provenienza illecita dei fondi con cui è stato acquistato il dono

Difficile provare la propria buona fede sulla provenienza illecita dei fondi utilizzati per l’acquisto del “dono” destinato al donatario












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Mio padre è separato, vive da solo ed è sulle carte quasi nullatenente: ha pero un’attività commerciale (ditta individuale) molto proficua con fatturato credo tra i 2 e i 3 milioni di euro ed utili dichiarati intorno ai 100 mila euro annui (che però a mio parere sono almeno il triplo, riesce a dichiarare meno facendo scontrini la metà). Oltre a questo, dopo aver presentato dichiarazione dei redditi annuale non paga alcuna imposta, né alcun contributo INPS e dunque accumula costantemente cartelle esattoriali ( attualmente pari a 100k ma deve arrivare ancora molta roba è ciò è destinato ad aumentare esponenzialmente poiché ha intenzione di continuare su questa strada). Oltre a questo da alcuni anni ha deciso di investire nel settore immobiliare acquistando immobili ( di valore inferiore a 50k ciascuno) ma intestandoli a me e mio fratello. In fase di rogito, l’atto di compravendita avviene tra me e la parte venditrice e ovviamente il bonifico della somma proviene da conto corrente a suo nome ( precisamente dal conto del POS dell’attività commerciale.. conto che non viene aggredito da ADER in quanto di moneta elettronica con sede all’estero). Vorrei capire a quali rischi stiamo andando in contro, consapevole che prima o poi qualcuno verrà a bussare alla nostra porta.

Con il termine evasione fiscale, si fa riferimento a tutte quelle ipotesi in cui il contribuente ponga in essere una condotta finalizzata a ridurre o eliminare il prelievo fiscale da parte dello Stato, attraverso la violazione di specifiche norme fiscali: in particolare, per quanto riguarda l’omissione del rilascio di scontrini fiscali alla clientela da parte di un commerciante, il reato sussiste se la somma evasa è superiore a 30 mila euro con riferimento a ciascuna dei singoli anni di imposta, e comporta una pena da 18 mesi a sei anni di reclusione.

L’articolo 648 bis del codice penale, regola invece il reato di riciclaggio, secondo il quale, ad esclusione dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000.

Accettare la donazione di un bene acquistato con danaro proveniente da evasione fiscale, significa commettere riciclaggio se si conosce la natura illecita dei proventi utilizzati per l’accrescimento patrimoniale del donante, ed è molto difficile (come chi ci scrive dimostra) provare la propria buona fede sulla provenienza illecita dei fondi utilizzati per l’acquisto del “dono”, quando il donatario ed il donante fanno parte del medesimo nucleo familiare.

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27 Marzo 2023 · Giorgio Valli

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