Diffida INPS al datore di lavoro per indebita compensazione di importi corrisposti ad un proprio dipendente a titolo di assegni per il nucleo familiare


La contestazione riguarderebbe una indebita compensazione per importi relativi agli assegni per il nucleo familiare corrisposti ad un proprio dipendente





La ditta dove lavoro ha ricevuto una lettera dell’ INPS: il mio datore di lavoro, secondo l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, non era autorizzato a pagarmi gli assegni familiari in quanto, avrebbe indebitamente conguagliato un determinato importo.

Secondo l’INPS mi sono stati versati due volte gli assegni per un periodo di 3 anni, mi sembra impossibile una cosa del genere, e neanche la mamma di mia figlia li ha percepiti.
Cosa può essere? E come mai la lettera non l’ ho ricevuta io, ma il datore di lavoro? Chi deve dovrà restituire l’indebito?

Si tratta di una questione sorta fra l’INPS e il datore di lavoro: ricordiamo, infatti, che solo a partire dal mese di marzo 2022, con l’Assegno Unico Universale (AUU), l’INPS eroga la misura di sostegno al reddito direttamente agli aventi diritto (i genitori, per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili) mentre prima di tale data era il datore di lavoro a corrispondere al proprio lavoratore dipendente (per conto dell’INPS) un importo che non era in relazione all’attività prestata, ma dipendeva dal numero delle persone a carico (in genere figli, ma anche coniuge e genitori sotto determinate condizioni).

Ora, al termine del contenzioso, qualora l’indebito risultasse definitivamente accertato e il datore di lavoro fosse costretto a restituire quanto indebitamente corrisposto al proprio dipendente a titolo di assegni per il nucleo familiare, dovrebbe essere applicata una trattenuta sulla retribuzione del lavoratore dipendente per compensare gli importi indebitamente corrisposti dal datore di lavoro a titolo di assegno per il suo nucleo familiare.

Questo il motivo per cui, al momento, la comunicazione di indebito è stata notificata solo al datore di lavoro, il quale, per gli anni antecedenti al 2022, costituiva l’unico interlocutore dell’INPS.

Può anche darsi che il lavoratore dipendente abbia ricevuto l’importo corretto a titolo di assegno per il nucleo familiare, mentre il datore di lavoro abbia richiesto all’INPS, per errore, più di quanto corrisposto al proprio lavoratore dipendente per cui, alla fine, quest’ultimo non subirà trattenuta alcuna.

Nemmeno è da escludere che l’errata compensazione, operata dal datore di lavoro ai danni dell’INPS, riguardi anche gli assegni per il nucleo familiare corrisposti ad altri lavoratori dipendenti.

20 Agosto 2023 · Tullio Solinas


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