DOMANDA
Tempo addietro, a seguito di un acceso contenzioso civile da terzi nei miei confronti per un diritto non dovuto su un terreno di mia proprietà, cui avevo già un preliminare con altro terzi, è stato necessario ricorrere all’assistenza di un legale. Per le conseguenti spese legali terzi del preliminare si offrì di anticiparle lui per poi detrarle dal prezzo stabilito del terreno. Vinto il contenzioso, terzi del preliminare prima di convenire a rogito ha affermato che le spese legali sostenute superano euro 8 mila euro. Ho sostenuto che, come stabilito verbalmente, le spese anticipate fossero detratte dal detto prezzo. Per giustificare la detrazione in sede di rogito ho chiesto la consegna delle regolari fatture ma ha affermato di non esserne in possesso in quanto non gli sono state rilasciate. In attesa dell’invito al rogito mi venne notificato, dallo stesso tramite i suoi legali, un invito, diffida e messa in mora da parte del Tribunale civile locale. Il contenuto consiste della restituzione della somma versata, facendo riferimento anche a specifici versamenti ma senza importo e sempre inglobato nella somma complessiva.
Ritengo che la situazione sia molto ingarbugliata con risvolti a dir poco penali.
Chiedo, può sussistere a mia volta una diffida per la consegna delle regolari fatture?
RISPOSTA
Se non esiste un accordo integrativo del preliminare secondo il quale la controparte avrebbe ottenuto uno sconto sul prezzo di acquisto pattuito pari ad ottomila euro, non è necessaria alcuna diffida e può rispondere ai legali della controparte che il rogito avverrà al prezzo convenuto nel preliminare.
Naturalmente ciò vale se non ha più interesse a vendere il terreno e preferisce continuare a cimentarsi in contenziosi giudiziali.
14 Febbraio 2021 - Simone di Saintjust