Da fatturazione posticipata ad anticipata: ancora sul caso WindTre





Una nuova cadenza di pagamento mensile (e non bimestrale) non è una variazione contrattuale sufficiente a determinare il diritto di recesso





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Ripropongo la domanda già posta il 28/09/2020 in questo forum perchè la risposta pubblicata lo stesso giorno dal signor Napoletano ha riguardato altro.

Domanda

Considerato che, nel rapporto contrattuale di telefonia fissa e internet, Wind ha emesso per molti anni, come prassi consolidata continuativa, fatture posticipate, anche se tale clausola era omessa nelle condizioni generali di contratto, assai probabilmente perché era la modalità ordinaria di fatturazione, poteva tale operatore passare senz’alcuna modifica nelle condizioni generali di contratto alla fatturazione anticipata, come ha fatto a novembre 2019, oppure vi è sui contratti e/o sulla fatturazione qualche norma di legge, regolamento, circolare, delibera dell’autorità di settore, sentenza, ecc., che impediva di avviare la fatturazione anticipata se non era stata introdotta nelle condizioni generali di contratto una clausola che la prevedesse? Si prega di citare cortesemente la norma o le norme eventuali. Grazie.

Precisazione sulla domanda

Come si vede, non ho detto che Wind non poteva passare alla fatturazione anticipata. Ho chiesto semplicemente se, in considerazione di quanto sopra esposto, poteva passare a quella anticipata senza introdurre nelle condizioni di contratto una clausola che la prevedesse. Ciò anche in considerazione del fatto, non citato nelle domanda, ma che avevo scritto nella sua premessa, che Wind ha pubblicato nel suo sito a ottobre 2019, sotto la voce “modifica condizioni di contratto telefonia fissa”, un comunicato, tuttora consultabile, con cui ha annunciato che il conto telefonico sarebbe diventato anche anticipato e che quindi proprio Wind aveva considerato quella variazione una modifica contrattuale. In caso contrario avrebbe dovuto omettere di citarla. Poi però non ha inserito tale clausola nelle successive condizioni di contratto, ma a novembre 2019 ha iniziato ugualmente nei fatti a fare le fatture anticipate.

Rilievi sulla “non risposta” del 28/09/2020 alla domanda

Purtroppo devo fare dei rilievi critici riguardo alla premessa del sig Napoletano, che lo ha portato a rispondere su un tema diverso da quello richiesto. Mi dispiace perché questa persona ha dedicato del tempo a rispondere, ma siccome la causa sta negli errori e nelle incongruenze presenti nella premessa alla sua risposta, per chiarire le cose è inevitabile affrontarli. E siccome Wind ha ingarbugliato apposta le cose attuando più modifiche diverse contemporaneamente, le informazioni da esporre per chiarirle bene sono molte e quindi il testo risulterà lungo. Vedete voi se pubblicarlo.

Per iniziare, non capisco nella risposta l’espressione “consumi flat”: i consumi sono di per sé variabili nel tempo. A quel che mi risulta, sono tariffe o abbonamenti a essere flat, qualora coprano totalmente anche i consumi.

Per semplificare parlerò di spese fisse (o quote fisse, costi fissi), comprendenti tariffe flat, abbonamenti ed eventuali canoni, e di consumi, di per sé variabili.
Le spese fisse sono note e fatturabili in anticipo, i consumi solo in posticipo, perché possono aumentare fino alla fine del periodo di fatturazione.

All’inizio della premessa della risposta è scritto “…la fattura bimestrale posticipata emessa da Windtre fino a novembre 2019 riguardava, in realtà, i costi fissi anticipati ed il consumo flat posticipato. In pratica, con la fattura bimestrale posticipata emessa da WindTre a novembre 2019, lei ha pagato i costi fissi per novembre e dicembre 2019 ed i consumi flat per i mesi di settembre ed ottobre 2019”

Commento

Preciso che a me, come ad altri, la fattura è stata emessa ad ottobre, ma non sta qui il punto: basta anticipare tutto di un mese: bimestre posticipato di agosto-settembre e anticipato di ottobre-novembre. Il punto è che sia in quella fattura che in quelle precedenti bimestrali posticipate non mi è mai stato fatturato nessun costo fisso anticipato. Se fosse avvenuto sarebbe stata una grave scorrettezza. Infatti i servizi continuativi, come quelli di telefonia e internet, vengono fatturati con fatture di periodo, ciascuna delle quali fattura gli importi rientranti nel periodo di fatturazione (o di riferimento) scritto nella medesima: altrimenti a che cosa serve il periodo! Una fattura periodica posticipata, emessa in ottobre, che abbia come periodo di riferimento scritto il precedente bimestre agosto-settembre, non può contenere importi successivi a tale bimestre, pena la violazione del periodo di fatturazione che sta a fondamento della fattura medesima. Infatti Wind nella fattura bimestrale posticipata di ottobre, come in quelle precedenti, mi ha sempre correttamente fatturato sia le spese fisse che i consumi (eventuali) rientranti esclusivamente nel bimestre precedente, scritto in ciascuna come periodo di fatturazione (risulta dalle date accanto alle voci e agli importi).

Nella premessa della risposta è scritto di seguito “Con la fattura bimestrale di raccordo di novembre 2019 le è stato, invece, richiesto il pagamento del canone flat (anticipato) per i mesi di novembre 2019 e dicembre 2019 (senza alcun costo fisso). Pertanto, nessuna doppia fattura.”

Commento

Non capisco la distinzione fra “canone flat” che è con tutta evidenza una spesa fissa e l’espressione equivalente “costo fisso” e quindi come possa esserci l’uno senza l’altro, come se fossero 2 cose diverse.
Si asserisce che non c’è stata nessuna doppia fattura. In realtà si descrive proprio una fatturazione doppia, che Wind ovviamente non ha fatto, nel senso che risultano fatturati 2 volte i costi fissi di novembre e di dicembre 2019 in 2 fatture diverse, in quella bimestrale posticipata di “novembre”, citata all’inizio, e in quella di raccordo di novembre, citata qui.

In realtà la fattura di raccordo di novembre 2019 non era una normale fattura bimestrale, ma una fattura particolare che ha attuato il doppio passaggio della fatturazione da bimestrale a mensile e da posticipata ad anticipata. Come risulta dalle voci, dagli importi e dalle loro date, ha fatturato in posticipo tutto del precedente mese di ottobre (spese fisse ed eventuali consumi) e in anticipo le spese fisse del corrente mese di novembre. Non anche quelle di dicembre, com’è invece scritto nella premessa della risposta, il che denota una visione non chiara di com’è stata fatta la fattura di raccordo. Nel mio caso, non avendo consumi, le spese fisse di novembre, fatturate anticipate, hanno coinciso con l’intero importo di quel mese. Chi ne avesse avuti, se li sarebbe visti fatturare in posticipo nella successiva bolletta mensile di dicembre.

Per evitare la confusione ed evidenziare con chiarezza l’effetto della modifica della fatturazione da posticipata ad anticipata, bisogna analizzarla da sola, separandola dal passaggio da bimestrale a mensile, che Wind ha attuato contemporaneamente a scopo di confusione e dando per scontato che tale passaggio sia già avvenuto. Bisogna partire cioè da un situazione in cui la fatturazione sia già mensile posticipata ed avvenga soltanto il passaggio a quella (mensile) anticipata, come ho fatto nel precedente intervento, in cui ho parlato di una situazione in cui la fattura mensile posticipata emessa ogni mese, fatturava quello precedente (non ho precisato “mese solare”, ma si capiva). Aggiungo che ciascuna di tali fatture ha ovviamente come periodo di fatturazione, scritto nella medesima, il mese precedente, il quale viene ordinariamente fatturato per intero: spese fisse più consumi.
Poniamo ora che a novembre 2019 si passi alla fatturazione anticipata. In quel mese, in aggiunta alla fattura mensile posticipata che ha come periodo di riferimento scritto ottobre, ne viene emessa un’altra mensile anticipata che ha come periodo di riferimento scritto novembre (prima che finisca): 2 fatture invece di una. Questa sarebbe la modalità più corretta e trasparente anche per l’utente: 2 fatture mensili, ciascuna col suo periodo di riferimento mensile, posticipato l’una, anticipato l’altra, ciascuna attestante il pagamento di un mese, ottobre l’una, novembre l’altra.

Per evitare l’incombenza di emettere 2 fatture si può, volendo, emetterne una sola, “di raccordo“, una doppia fattura mensile, in quanto fattura 2 mesi invece di uno e che per tale motivo deve riportare 2 distinti periodi di fatturazione mensile, quello posticipato di ottobre e quello anticipato di novembre (e qui Wind ha barato). La sostanza non cambia: a novembre 2019 viene sempre fatturata una mensilità in più, ovviamente pagata in più dagli utenti e intascata da Wind. Poi a dicembre verrà emessa la fattura anticipata per dicembre, e così via.

In definitiva, se una fatturazione mensile è fin dall’inizio del rapporto contrattuale posticipata oppure anticipata e rimane tale, nel corso di ogni anno vengono fatturate 12 mensilità, posticipate oppure anticipate. Se un operatore passasse da quella anticipata a quella posticipata, cosa men che improbabile, a meno che non vi sia costretto, in quell’anno salterebbe una mensilità e ne fatturerebbe 11. Se invece passa, come ha fatto Wind a novembre 2019, da quella posticipata a quella anticipata, in quell’anno fattura 13 mensilità, non importa se con 13 fatture distinte o con 12 di cui una “di raccordo” di 2 mensilità. Non a caso il passaggio dalla fatturazione posticipata a quella anticipata è una delle tecniche usate per aumentare, sia pure una tantum, gli introiti, senza aumentare le tariffe. Incassare quasi un mese in più da tutti gli utenti di rete fissa in un’unica soluzione, anziché a bocconcini di 2-3 € in più al mese, è una bella botta in più per un bilancio annuale, non c’è che dire.

Il fatto che io,come gli altri utenti, a seguito della fatturazione di un mese in più a novembre 2019 abbia dovuto pagare a Wind 2 mesi invece di uno, mi ha privato di 30-40 € che avrei potuto usare per cose di mio interesse, magari avrei potuto comprare un biglietto della lotteria e vincere qualche milione. Se per Wind intascare un mese in più dagli utenti non cambia nulla per loro, in quanto non è un aumento tariffario ma “solo un anticipo” che verrà conteggiato nel saldo alla fine del rapporto contrattuale (in pratica un prestito forzato a tasso zero e a scadenza indeterminata, non previsto dal contratto), dovrebbe anche ammettere che non vi sarebbe nessun discapito per Wind medesima se fossero, al contrario, gli utenti a ritardare di un mese il pagamento di una mensilità, con l’impegno ovviamente di far conteggiare la somma trattenuta nel saldo alla fine del rapporto contrattuale. Dovrebbe quindi consentire di buon grado questa possibilità. Stanno così le cose?

Nel comma 70.4 del codice delle comunicazioni elettroniche è scritto (basta leggerlo) che il contraente (l’utente) ha diritto di recedere dal contratto senza penali e spese quando non accetta le modifiche contrattuali degli operatori di comunicazioni elettroniche, i quali devono informarlo, almeno 30 giorni prima, su di esse e sul suo diritto. “Modifiche contrattuali” indefinite vuol dire, in italiano, “tutte” le modifiche contrattuali possibili, che possono essere, come precisato anche da agcom, non solo di ordine economico, tipo le rimodulazioni tariffarie, ma anche di ordine giuridico o tecnico.
L’AGCOM, nell’interpretare tale comma, ha scritto che la sua disciplina vale perfino nel caso che la modifica contrattuale sia a vantaggio dell’utente. Alla faccia della favola che valga solo nel caso di rimodulazione tariffaria a suo sfavore.

Nota: La domanda posta all’inizio non riguarda una modifica contrattuale, perché il passaggio dalla fatturazione posticipata a quella anticipata è avvenuto senz’alcuna modifica delle condizioni di contratto (anche se era stata annunciata). Chiede se, considerata la prassi precedente della fatturazione posticipa, il passaggio a quella anticipata dovesse essere, in base a qualche norma, sancito nelle condizioni di contratto. Insomma, non si tratta, nella fattispecie, di fatturazione a 28 giorni ma di fatturazione mensile anziché bimestrale.

La risposta richiede competenze sulle norme dei contratti e della fatturazione in relazione al contratto. Spero che chi risponde le abbia. In ogni caso ringrazio.

E’ venuto un pistolotto, ma mi pare di aver chiarito bene i punti che hanno deviato la risposta precedente sul passaggio dalla fatturazione bimestrale a quella mensile. Spero che stavolta il campo sia sgombro per rispondere nel merito alla domanda fatta

Ci spiace (beninteso qui e nel prosieguo si tratta di un riferimento al team di indebitati.it e non di un noi maiestatis), ma dovrà accontentarsi, ancora una volta, di una risposta siglata da Giovanni Napoletano: non può essere, naturalmente, contestato il fatto che nell’articolo 70, comma 4, del codice delle comunicazioni elettroniche vi sia scritto che il contraente ha diritto di recedere dal contratto senza penali e spese quando non accetta le modifiche contrattuali degli operatori di comunicazioni elettroniche, i quali devono informarlo, almeno 30 giorni prima, su di esse e sul suo diritto.

Tuttavia, a nostro parere, la circostanza che WindTre, ad ottobre 2019, abbia inserito un’informativa relativa alla nuova cadenza di pagamento mensile in una sezione del sito web prevalentemente dedicata a modifiche delle condizioni contrattuali di telefonia fissa non trasforma una prassi in una clausola contrattuale.

A conforto di tale tesi, la considerazione che nella medesima sezione sono state pubblicate numerose note di carattere esclusivamente informativo, oltre al fatto che lei stesso asserisce che WindTre non ha mai trasferito nelle condizioni contrattuali (quindi nero su bianco) l’impegno a garantire “per sempre” all’utente il pagamento dei corrispettivi con cadenza bimestrale.

Per il resto, comprendiamo che in seguito alla nuova fatturazione mensile WindTre, lei sia stato costretto ad anticipare 30-40 euro che avrebbe potuto, invece, utilizzare per cose di suo interesse: magari, come lei stesso ipotizza, avrebbe potuto comprare un biglietto della lotteria e vincere qualche milione o magari, aggiungiamo noi, avrebbe potuto compare gratta e vinci e biglietti della lotteria perdenti, e quindi si sarebbe potuto benissimo trovare con 30-40 euro in meno e il corrispettivo di fatturazione da pagare comunque, senza poter disporre dei 30-40 euro sperperati al gioco.

Conclusioni: si potrebbe sicuramente eccepire la natura contrattuale di una prassi qualora si riuscisse a dimostrare un impatto economico negativo per il consumatore nella modifica di quest’ultima: è quanto sta tentando di fare l’Unione Nazionale Consumatori segnalando all’Antitrust come il passaggio da fatturazione bimestrale a fatturazione mensile comporti un aumento di spesa pari a 12 euro/annui per i clienti che avessero scelto l’invio della fattura via posta.

A nostro parere, per rispondere, nel merito, con la massima chiarezza a noi possibile alla sua domanda, WindTre poteva passare alla fatturazione mensile (senza aggravio di costi fissi o tariffe per il cliente) perchè nelle condizioni di contratto non è prevista alcuna clausola che preveda l’impegno di attenersi ad una fatturazione bimestrale. Il cliente non poteva esercitare, in seguito al passaggio da fatturazione bimestrale a mensile, il diritto di recesso anticipato senza penali.

STOPPISH

30 Settembre 2020 · Giovanni Napoletano

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