Vorrei sapere se ho diritto a una pensione Italiana in futuro: ho lavorato come assegnista di ricerca per quasi 5 anni (58 mesi in Gestione separata) in Italia e poi sempre all’estero in paesi UE.
Quando andrò in pensione, con 30 anni di contributi come lavoratore dipendente più contributi della Gestione Separata, avrò pensione Italiana, visto che secondo il circolare inps il periodo di contributi si cumula come lavoratore dipendente?
È prevista la possibilità di cumulare (totalizzare) i contributi maturati in tutti i Paesi UE (minimo 52 settimane, in ciascun paese UE): il cumulo internazionale, tuttavia, non comporta il trasferimento dei contributi da uno Stato all’altro (cioè non è possibile, in analogia a quanto avviene in Italia, cumulare i periodi assicurativi versati nelle varie gestioni pensionistiche INPS), ma consente di tener conto, ai soli fini dell’accertamento del diritto alla pensione, dei contributi maturati nei Paesi UE dove l’interessato ha lavorato.
Per quanto riguarda l’Italia, la normativa si applica (naturalmente) anche ai contributi versati nella Gestione Separata.
In altre parole, avrà il diritto di chiedere la pensione in uno Stato UE appena avrà maturato i requisiti previsti dalla normativa vigente in quello Stato, cumulando ogni periodo di contribuzione superiore alle 52 settimane, vantato in ciascuno Stato UE in cui è stata svolta attività di lavoro. Tuttavia l’importo della pensione verrà erogato in base ai contributi versati in ciascuno stato UE e in base al tipo di attività svolta in ciascuno stato UE.
La questione, come avrà avuto modo di comprendere, è abbastanza articolata e complessa e richiede una conoscenza approfondita della normativa vigente in ciascun paese UE (dove è stata svolta l’attività lavorativa) in tema di anni di contribuzione minima cumulata necessaria a poter reclamare il diritto alla pensione. Pertanto, si suggerisce l’affiancamento e l’assistenza specifica di un patronato pensionati.
27 Novembre 2022 · Tullio Solinas
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