DOMANDA
Vorrei avere un quadro dettagliato sulle nuove regole, in vigore a livello europeo, che penalizzano il consumatore che potrebbe diventare inadempiente presso l’istituto di credito anche per pochi euro o rate.
Potrei avere chiarimenti?
RISPOSTA
A partire dal 1° Gennaio 2021 sono applicate le nuove regole europee in materia di classificazione delle controparti inadempienti (meglio conosciuto come default: la nuova disciplina, ovvero la Nuova definizione di Default, stabilisce criteri e modalità più restrittive in materia di classificazione a default rispetto a quelli finora adottati, con l’obiettivo di armonizzare la regolamentazione tra i diversi paesi dell’Unione Europea.
Quando un consumatore è classificato in default la banca può sospendere le proprie prestazioni, quindi bloccare il conto e segnalare alla Centrale dei Rischi.
Quando scatta l’inadempienza?
Quando un consumatore è classificato in default la banca può sospendere le proprie prestazioni, quindi bloccare il conto e segnalare alla Centrale dei Rischi.
Di conseguenza i consumatori dovranno negoziare nuove condizioni e forme per garantire il pagamento dei propri debiti.
È quanto stabilito dalle nuove norme europee in materia di rimborso dei crediti da parte dei clienti delle banche; regole che – ricorda il CRTCU (Centro di Ricerca e Tutela dei Consumatori e Utenti) – le banche erano tenute ad applicare entro il 1° gennaio 2021.
Il CRTCU spiega che dopo la crisi dei mutui subprime del 2008, l’Europa ha introdotto nuove misure per garantire, innanzitutto, che ogni prestito sia assistito da idonea garanzia.
Per misurare la capacità dei consumatori di ripagare i loro debiti è stata introdotta la definizione di default, che indica l’incapacità del consumatore di far fronte ai propri debiti.
I consumatori sono molto preoccupati per le nuove regole, proprio perché entrano in vigore in un momento in cui regna l’incertezza economica e, in ragione di ciò, si sarebbe potuto pensare ad una proroga.
Il CRTCU invita, dunque, tutti i consumatori ad informarsi, per evitare di essere classificati in default, e a monitorare costantemente il saldo del proprio conto corrente.
Se, per 90 giorni consecutivi, il saldo dovesse essere negativo almeno di 100 euro (soglia assoluta) e, contemporaneamente, la sconfinamento rappresenti l’1% dell’esposizione totale (soglia relativa), la banca può legittimamente bloccare il conto corrente, con la conseguenza, innanzitutto, di vedere sospesi i pagamenti automatici, come utenze o affitto.
Inoltre, i consumatori in default corrono il rischio di vedersi segnalati alla Centrale dei Rischi come cattivi pagatori, con la conseguenza di non poter accedere a ulteriore credito.
Tuttavia, si specifica che essere in default non vuol dire automaticamente essere messo “a sofferenza” nella Centrale dei Rischi.
Il default e la segnalazione sono momenti diversi.
La banca provvederà alla segnalazione solo quando ritiene che il cliente abbia gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il suo debito, valutazione fatta sulla situazione finanziaria complessiva e non basata su singoli eventi”.
Per non essere più “inadempiente”, il cliente deve regolarizzare l’arretrato e devono essere passati almeno 90 giorni dal pagamento, spiegano le Associazioni dei consumatori, insieme all’Associazione bancaria italiana ABI, in un documento di chiarimento.
Il CRTCU raccomanda ai consumatori che sanno di potersi trovare in questa situazione di verificare costantemente la propria posizione debitoria, tenendo monitorati sempre tempi e limiti di spesa delle proprie scadenze.
Inoltre, devono contattare tempestivamente la propria banca per avvisare delle difficoltà e concordare, eventualmente, un piano di rientro o ricevere l’autorizzazione a sconfinare, con tempi e modi predefiniti.
20 Gennaio 2021