Come evitare che la corrispondenza inviata da una società di recupero crediti arrivi all’indirizzo di residenza del debitore

Recupero crediti












Ho trovato nel forum una risposta del 2013 in cui viene indicato di usare il fermoposta o una casella postale. Oggi il fermoposta comporta una maggiorazione di 3€ per il mittente, Banca Ifis sostiene che deve arrivare tutto a casa per legge. Se faccio un posta seguimi per le raccomandate, la posta dovrebbe smistarle al nuovo indirizzo, che sia una casella postale o presso un amico, giusto?

Il servizio Seguimi di Poste Italiane non può essere utilizzato, fra l’altro, per gli atti giudiziari o equiparati, nonché per le comunicazioni connesse alla notifica degli atti giudiziari e per gli atti tributari.

Per atti equiparati vanno intese anche le comunicazioni inviate al destinatario con raccomandata AR, che richiedono una firma per ricevuta.

Quindi, bisogna esaminare con attenzione se il servizio Seguimi di Poste Italiane possa effettivamente soddisfare le sue esigenze.

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29 Marzo 2019 · Ornella De Bellis

Spesso mia madre apre la corrispondenza: lei non deve sapere la mia situazione debitoria. È violazione della privacy penso: cosa posso fare nei confronti di chi invia la corrispondenza? Ricorrere al garante della privacy? Se sì, con quante possibilità di aver ragione?

Non posso avvalermi del servizio posta seguimi, vale lo stesso discorso per fermo posta o casella postale?

Il suo quesito è sorprendente: è sua madre che potrebbe essere citata in giudizio per violazione della privacy e non chi le invia una comunicazione scritta via posta.

Ogni qualvolta il consegnatario deve apporre una firma per attestare l’avvenuto ricevimento della missiva, i servizi seguimi, fermo posta e casella postale non risultano fruibili. L’atto diviene non consegnabile e la notifica si perfeziona per compiuta giacenza presso l’ufficio postale o quello preposto alla gestione del cosiddetto albo pretorio presso il Comune di residenza del destinatario.

Questa discussione la chiudiamo qui.

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30 Marzo 2019 · Patrizio Oliva