Calo prezzo gas – Bollette riaumenteranno?





Anche se il prezzo del gas sta calando probabilmente le bollette aumenteranno nei prossimi mesi.





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Si vocifera che nonostante il calo del prezzo del gas e il momentaneo stop al rialzo, le bollette energetiche nei prossimi mesi continueranno comunque ad aumentare.

E’ vero?

La fine dell’ottobrata in Europa sta rimettendo le ali al prezzo del gas naturale: dal 2 novembre a oggi la consegna immediata (“spot”) ha addirittura triplicato i prezzi sul listino Ttf olandese, riferimento continentale: da 22 a 68 euro per il quantitativo standard di 1 Mwh.

Riscoprire che l’inverno esiste, e la connessa prima accensione dei termosifoni in diverse aree continentali (anche a Milano e altrove in Italia) ha dato uno scossone a un grafico che, negli ultimi due mesi, stava passando dalle stelle alle stalle.

Ma l’ampiezza delle oscillazioni ha anche un’altra ragione: la nuova geografia degli approvvigionamenti e la gestione “dall’alto” degli stoccaggi – riempiti anche con denaro pubblico, come nel caso italiano di Snam e Gse – rende meno flessibile il sistema delle forniture.

Un fattore che potrebbe avere il suo peso sui prezzi, quando arriverà il freddo vero. Ma intanto gli italiani, in uno scarto temporale che può creare effetti surreali, ricevono le bollette di ottobre in cui, grazie ai nuovi calcoli su base mensile, il metano costa il 12,9% in meno rispetto alle tariffe di luglio-settembre: con chiari rischi di compiacenza e di rilassatezza nei consumi.

Sul mercato, dove le tendenze si anticipano sempre, da due giorni è come fosse già inverno. Sul listino Ttf le consegne day ahead immediate, che a fine settembre quotavano sui 170 euro per Mwh e poi sono crollate fino ai 22 euro del 2 novembre, ora si rivedono picchi di 70 euro, e diversi operatori segnalano che da qualche seduta la domanda schiaccia l’offerta.

“Da qualche giorno tutte le quotazioni, sia al Ttf che al Psv italiano, risalgono bruscamente dai minimi raggiunti, perché scontano la possibile carenza dell’offerta – dice Pasquale Corvaglia, dirigente e socio di Eco Trade -.

Sullo spot ancora questo si vede poco, perché non c’è molta domanda per consegne immediate: ma i prezzi delle consegne di dicembre sono già allineati con quelli ‘Cal 23′, che prevedono le fornitura per tutto l’anno termico iniziato”.

In effetti i prezzi dicembre 2022, che il 26 agosto segnarono il famoso picco di 349,87 euro per Mwh, dopo il crollo a 116 euro (ma attenzione: è sempre un multiplo dei 20 euro di prezzo “storico” del gas) ora sono risaliti sui 125 euro: e il grafico Cal 23 ricalca, più o meno, lo stesso andamento.

E’ tutto un fatto di aspettative: fino a settimana scorsa vendere gas spot era come commercializzare una granita al Polo Nord, ora le cose stanno rapidamente cambiando.

Quanto, rapidamente, è un altro possibile problema che scopriremo nelle prossime settimane. La corsa a sostituire il gas russo, che pesava per oltre un terzo degli approvvigionamenti europei ed è oggi quasi azzerato, ha introdotto un paio di elementi di rigidità che secondo qualche osservatore rischiano di aumentare le brusche oscillazioni di prezzo. Il principale è la gestione degli stoccaggi.

Negli anni passati, una ventina di operatori, tutti privati, li riempivano comprando a bassi prezzi e, con la stagione termica, attingevano ai serbatoi rivendendo i quantitativi, incamerando il guadagno. Ma quest’anno inizia su premesse diverse: gli stoccaggi italiani (ma il discorso vale in molti Paesi d’Europa) sono stati colmati a caro prezzo, nei mesi estivi in cui il Ttf saliva fino al cielo.

E per stimolare quegli acquisti il governo ha stanziato qualche miliardo di euro pubblico a Snam e Gse, oggi titolari di 3,65 miliardi di metri cubi di gas su 11,2 miliardi totali stoccati (senza contare i 4,5 miliardi di metri cubi di stoccaggi “strategici”, ancor più inattingibili).

E’ facile pensare che le due società che fungono da Tso (“Operatori di trasmissione della rete”) in Italia abbiano stoccato gas comprato salato, oggi abbiano poco interesse a rivenderlo, sia per non cristallizzare la perdita sia per tenere alta la provvista per i picchi invernali. ”

Ma quando quei picchi arriveranno, ci sarà la necessaria flessibilità per attingere subito agli stoccaggi?”, si chiede un operatore preoccupato. Finora manca del tutto una politica di erogazione degli stoccaggi italiani, e sarebbe un bene averne una tempestiva e trasparente, non decretarla quando il freddo spingerà la domanda e i prezzi del gas schizzeranno.

Un altro fattore di rigidità è legato alle forniture algerine, che oggi contano per il 60% degli approvvigionamenti dell’Italia e a prima vista sembrano meno modulabili rispetto al gas russo: sia per ragioni tecniche legate ai giacimenti, sia per aspetti commerciali, legati ai flussi e al fatto che il gigante russo Gazprom gestiva anche di importanti bacini di stoccaggio in Europa.

Proprio il filo rosso con Gazprom dava ad Eni, esclusivista del gas russo in Italia, una flessibilità nelle forniture che ora potrebbe venire meno. Ma bisognerà attendere l’entrata a regime dell’anno termico per capire gli effetti di questi elementi sulle quotazioni del Ttf e, soprattutto del “Psv”, il nuovo indicatore su cui, a cominciare da ottobre, si formano le bollette degli italiani.

E’ difficile spiegare ai 7,6 milioni di italiani ancora legati al “mercato tutelato” questi sinistri meccanismi, mentre ricevono le bollette di ottobre che segnano un calo del 12,9% sulla tariffazione estiva. Grazie ai nuovi conteggi introdotti dall’autorità di settore Arera a luglio, infatti, l’aggiornamento si è ridotto su base mensile dai vecchi tre mesi, e si calcola sulla media del prezzo Psv all’ingrosso italiano per tutti i giorni del mese precedente.

Con questo criterio, ottobre costerà 78,05 euro per Mhw, -12,9% sulla bolletta precedente (che invece col vecchio conteggio sarebbe aumentata dal 70%). Ma con lo stesso criterio, la bolletta del solo mese di agosto sarebbe costata 232,66 euro a Mwh, quella di settembre 187,17.

Si potrebbe dire che il governo sta sfruttando la volatilità dei prezzi per dare tregua agli italiani: tuttavia, come ha detto lo stesso presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, “non bisogna abbassare la guardia, le percentuali non devono trare in inganno perché i valori rimangono molto alti rispetto al passato, e determineranno bollette più impegnative con il crescere dei consumi della stagione invernale”. Il dirigente ha quindi invitato gli italiani “a fare attenzione al risparmio e all’efficienza energetica”.

Già prima delle bollette di novembre e dicembre, che saranno meno gentili, l’authority del gas ha calcolato una spesa per famiglia tipo di 1.702 euro nella scorsa annata (1° novembre 2021-31 ottobre 2022), il 67% in più dei 12 mesi precedenti.

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8 Novembre 2022 · Gennaro Andele

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