Disoccupazione alle stelle » Questo 2013 l’anno più buio dal dopoguerra
Disoccupazione alle stelle secondo l'istat » Questo 2013 l'anno più buio dal dopoguerra
Lavoro: questo sconosciuto. Mentre il Cnel delinea il suo ritratto del mercato del lavoro italiano, sottolineando come parte della disoccupazione generata nella crisi sia ormai da ritenersi strutturale, arrivano i dati ancor meno rassicuranti dell'Istat.
Disoccupazione alle stelle secondo l'istat » I dati
In Italia quasi un giovane su due (15-24) non ha lavoro e gli italiani over 24 disoccupati sono oltre 3 milioni, dato in aumento rispetto al mese precedente dell'1,4% e del 14,5% su base annua.
I dati Istat fotografano una situazione desolante del pianeta lavoro.
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ad agosto balza al 40,1%, in rialzo di 0,4 punti percentuali su luglio e di 5,5 punti su base annua.
Un vero e proprio record perché viene così superata per la prima volta la soglia del 40% e raggiunto il livello più alto dall'inizio sia delle serie mensili (2004) sia trimestrali (1977).
Ma l’emergenza non riguarda solo i giovani. Aumenta, anche se di poco, il tasso di disoccupazione nazionale che si attesta al 12,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti nei dodici mesi.
Ad agosto l’occupazione maschile diminuisce dello 0,4% in termini congiunturali e del 2,8% su base annua; quella femminile invece cresce dello 0,5% rispetto a luglio e dello 0,4% nei 12 mesi.
Il tasso di occupazione maschile quindi, pari al 64,7%, diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti su base annua. Quello femminile invece, pari al 47,1%, aumenta di 0,2 punti in termini congiunturali e di 0,3 punti percentuali su anno.
Disoccupazione alle stelle secondo l'istat » Rapporto Cnel
Intanto proprio la questione della performance del lavoro è tema di un rapporto del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro).
In particolare per quanto riguarda la questione giovanile non si arresta il fenomeno dei ragazzi che non hanno un’occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione.
Qui, i dati si attestano intorno al 23,9% della popolazione giovanile, con punte di 35% nelle regioni del Mezzogiorno.