debiti con il fisco

Vi riassumo la mia situazione: ho fatto il prestanome a mio marito, ormai ex..... (fortunamente), lui mi ha lasciato un macello di debiti con il fisco, lavora in nero e io devo pagare tutto quello che lui mi ha lasciato in due anni e mezzo di attività in cui LUI HA LAVORATO e di mio c'era il nome (purtroppo).

Io ho soltanto una macchina intestata a mio nome di cui ancora sto pagando le rate (ne avrò ancora per quasi un anno). Lavoro da due mesi (ho un contratto che mi scade a giorni, ma me lo dovrebbero rinnovare per due anni).

Volevo iniziare a pagare a rate con l'equitalia, fino a pochi giorni avevo un debito di 34 mila euro (erano 17 mila in due anni si è raddoppiato, ma io stavo finendo gli studi e non potevo pagare) e ora è arrivata un'altra cartella di 20 mila.

A questo punto io non so piu cosa fare, cioè non posso pagare 1000 euro al mese, e dove li trovo? l'equitalia ti fa rateizzare fino a 72 mesi (sti bastardi) e di prendere mutui in banca non posso avendo un contratto a termine e lavorando da soli due mesi (e poi si tratta di un sacco di soldi). L'unica soluzione è aspettare che mi prelevino un quinto dello stipendio, ma possono farlo con un contratto a termine? Alla mia macchina c'è il fermo amministrativo, loro dicono che pagando la prima rata mi danno la liberatoria, anche ipotizzando che volessi pagare la prima rata per riavere la macchina e venderla.... poi non pagando più le rate perdo il diritto alla rateizzazione.

Io so che loro non possono prendermi più di un quinto dello stipendio, ma se il mio quinto già sarebbe impegnato per un po di anni? Ci sarebbero strade alternative?

E' improbabile, anche se non impossibile, che Equitalia Le pignori un quinto con un contratto di lavoro a tempo determinato.

Oltre al fermo amministrativo che ha già subito, sono a rischio le Sue eventuali proprietà immobiliari (anche future, per es. eredità) sulle quali potrebbe ricevere ipoteca. Inoltre potrebbe subire pignoramento di eventuali conti correnti (anche se sarebbe poco intelligente, vista la situazione, tenere aperto un conto corrente con un saldo importante).

Riguardo al rientro dall'esposizione debitoria, se dovesse decadere dal beneficio della rateazione, potrebbe ancora procedere con acconti volontari. Detti acconti solitamente (pur non essendo una regola) sospendono di fatto le azioni esecutive, anche se, come detto, molto sta nel trovare quale controparte un funzionario intelligente.

L'extrema ratio è attendere un futuro condono, probabile ma alquanto aleatorio.

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13 Aprile 2011 · Simone di Saintjust


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2 risposte a “debiti con il fisco”

  1. Anonimo ha detto:

    Buonasera,
    Ho avuto una piccola attività per 4 anni di cui ho poi venduto la licenza.
    A distanza di 5 anni la Soris mi manda una cartella di 24.000 euro. Metà di questo importo fa riferimento ai debiti accumulati della persona a cui ho venduto la licenza (che risulta nulla tenente).
    Pago il mutuo della mia unica proprietà e vorrei sapere se possono attaccare la proprietà.
    Mi sono rivolta ad un avvocato che sta tentando di far ridurre il debito togliendo la parte non mia,ma avendo a che fare con la PA non si sa cosa si riuscirà ad ottenere dato che l’altra persona non ha nulla di intestato.
    Al momento sono disoccupata e il mio timore è che anni di sacrifici per pagare il mutuo vadano persi.

    • Il fatto che ci sia un mutuo in corso di ammortamento gravante sulla proprietà di solito scoraggia il creditore che volesse procedere per espropriazione: egli, infatti, rischierebbe di accollarsi le spese di procedura senza ottenere praticamente nulla dal ricavato di una vendita all’asta dell’immobile, dal momento che la banca che ha concesso il mutuo garantito da ipoteca ha privilegio sull’assegnazione del ricavato. Tuttavia, col passare del tempo, in relazione anche al valore commerciale dell’immobile, si potrebbe formare capienza per il proficuo intervento di un secondo creditore.

      Nel suo caso tuttavia, se la proprietà di cui parla è un immobile ad uso abitativo, il concessionario della riscossione per la PA non potrà espropriare l’immobile per un debito inferiore a 120 mila euro. In più, se il debitore ha residenza nell’immobile, e non ha altre proprietà, il bene è praticamente inespropriabile.

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