Chi è Pietro Ichino

Pietro Ichino, è un "giuslavorista", futuro rappresentante del Partito Democratico in Parlamento e papabile alla carica di Ministro del Lavoro.

Inutile ogni presentazione. Per il dottor Pietro Ichino parlano i fatti, o meglio gli scritti, i libri (basta leggere il titolo per comprenderne i contenuti) e le interviste.

Per farla breve, mi sembra di capire che anche al dott. Ichino piacerebbe tanto cancellare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ma, potrei sbagliare.

Quello che è certo, invece, almeno analizzando la sua produzione letteraria, è che sarà relatore di qualche proposta di legge per la liquidazione dei Sindacati (cofirmatario, si accettano scommesse, Massimo Calearo, che dichiara di conoscere il dott. Ichino e di essere in piena sintonia con la sua proposta in tema di libero licenziamento per le aziende).

Del resto Uolter, sarai d'accordo anche tu, visto che hai candidato nel Partito Democratico questa perla rara di studioso: a cosa serve il Sindacato? A nulla, liquidiamolo pure. Cosa rappresentano gli operai e gli impiegati con contratto a tempo indeterminato? Una casta da estirpare, che limita la crescita e lo sviluppo delle aziende. Rendiamo precari anche loro, così imparano! I dipendenti pubblici? Quelli sono tutti dei vampiri succhia sangue, nullafacenti. Rinchiudiamoli in un lager e appena le organizzazioni umanitarie si distraggono, sottoponiamoli a tortura per tutto il male che hanno fatto e fanno allo Stato. Licenziamo gli impiegati pubblici a 1000 euro al mese, e aumentiamo gli stipendi alla moltitudine di manager e dirigenti statali di nomina politica che percepiscono indennità annuali di mezzo milione di euro (senza fare nulla, quando va bene) ed utilizzano sfacciatamente la Cosa Pubblica (auto blu, stages e posti di lavoro ad amici, parenti e nipoti) come una proprietà di famiglia.

Ma leggete pure, eruditevi sul pensiero dell'illustre dott. Pietro Ichino:

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O ascoltatelo. ne vale la pena.

E' bene che i lavoratori e le lavoratrici del Partito Democratico conoscano la proposta di legge a cui sta lavorando il dott. Pietro Ichino. Perchè certamente non la conosceranno, prima delle elezioni politiche di aprile, per bocca dei dirigenti del Partito democratico.

Poichè c'è diseguaglianza fra lavoratori con contratto a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato, eliminiamo la disparità di trattamento rendendoli tutti precari. Bene, bravo, bis. Oppure (a me sembra una presa in giro) diamo a tutti il contratto a tempo indeterminato, ma, nel contempo, concediamo alle imprese la libertà di licenziare, cioè eliminiamo l'articolo 18.

Ichino dice: «Sto lavorando a un contratto a tempo indeterminato per tutti i nuovi rapporti di lavoro dipendente, tranne ovviamente gli stagionali o gli occasionali, in modo da garantire a tutti una vera eguaglianza di opportunità. Ma con un sistema di protezione in parte nuovo: è qui che si deve realizzare la coniugazione di flessibilità per l'impresa e vera sicurezza per il lavoratore. (...) Dopo un periodo di prova di sei mesi, l'articolo 18 si applica per i licenziamenti disciplinari e contro quelli per motivo illecito, di discriminazione o di rappresaglia. Ma il controllo giudiziale deve essere limitato a questo. Se invece il motivo del licenziamento è economico od organizzativo, la protezione del lavoratore è costituita da un congruo indennizzo commisurato all'anzianità e da un'assicurazione contro la disoccupazione di livello scandinavo. (...) L'idea è di attivare questa assicurazione con un contributo interamente a carico dell'azienda, secondo il criterio bonus/malus: a ogni licenziamento, l'imprenditore meno capace di programmare la gestione del personale vede aumentare i costi aziendali».

L'estensore dell'articolo scrive che lui ci sta. E voi?

Immaginate per un attimo che il futuro ministro dell'economia, dott. Massimo Calearo e quello del lavoro, dott. Pietro Ichino presentino la legge "licenziamento libero". In essa elencheranno le motivazioni valide per poter licenziare (tipo si possono buttar fuori i dipendenti quando l'amante dell'imprenditore chiede una villetta a Cortina). Quindi i due saranno chiamati a fissare l'importo, a carico dell'azienda, da corrispondere al povero dipendente licenziato per motivi economici ed organizzativi dell'impresa (due calci nel culo, una pacca sulle spalle e la benedizione del caro Uolter). Infine pensate che la loro proposta di legge dovrà essere discussa e approvata da gente come Marianna Madia ("porto in dote al PD tutta la mia inesperienza"), Daniela Cardinale ("se pò fa"), Matteo Colaninno ecc...

Agghiacciante signori. Un incubo. Ma anche uno scenario realistico, purtroppo. Però, se avete vocazioni suicide e/o masochiste accomodatevi pure. Votate Partito democratico e buon pro vi faccia.

In proposito vediamo anche cosa ne pensa Beppe Grillo, che è poi quello che penso anche io:

Il "professorino" Pietro Ichino afferma che Beppe Grillo è un terrorista. Io penso il contrario. E voi lettori?

Se anche voi volete mandare il prof. Pietro Ichino a quel paese (quello immaginato da Walter Veltroni) potete farlo.

Basterà non votarlo.....

9 Marzo 2008 · Patrizio Oliva





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