Cartella esattoriale da equitalia dopo 12 anni » Non bisogna pagare

Con una pronuncia che farà discutere, il giudice del lavoro di Reggio Emilia ha respinto la richiesta dell'Inps che, con una cartella esattoriale da parte di equitalia, pretendeva il pagamento di circa 4200 euro da parte di una signora reggiana titolare di un’agenzia di pratiche auto che ha cessato l'attività nel 1996.

Nel dicembre del 2000, la signora aveva ricevuto una cartella esattoriale da equitalia contenente la richiesta, da parte di Inps e Inail, del pagamento di contributi previdenziali arretrati.

Ma tutto rimane fermo, senza alcuna notifica, finché nell’agosto 2012, dopo oltre dieci anni dal fatto, la signora riceve da Equitalia un’intimazione di pagamento.

Secondo l’articolo 2946 del codice civile, il diritto di riscossione dei crediti scade dopo dieci anni dall'ultima notifica.

Pertanto, in questo caso, il debito verso i due enti risultava già prescritto.

Una volta esaminato il ricorso, l’Inail riconosce il torto mentre l’Inps prosegue con la causa.

La sentenza definitiva prende le parti della signora condannando l’Inps a saldare le spese legali ed annullare la richiesta di pagamento.

Ma come è possibile che l’Inps abbia addirittura proseguito una causa evidentemente infondata?

Sembra si tratti di un caso di confusione.

L’Inps, infatti, ha dato la responsabilità ad Equitalia per non aver mandato alcun tipo di notifica entro i termini di prescrizione.

Dal canto suo, Equitalia, ha dichiarato l’Inps responsabile dato che può operare solo su effettiva richiesta di riscossione di un credito.

Comunque sia, la cifra risparmiata non sarà altissima ma si tratta del primo caso nel settore in cui un' associazione dei consumatori ha vinto la partita contro il mostro Equitalia.

14 Ottobre 2013 · Patrizio Oliva





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