Accertamento fiscale tramite redditometro » Rate del mutuo sproporzionate rispetto alla dichiarazione dei redditi? Da provare gli esborsi del genitore

Accertamento fiscale con redditometro: se le rate del mutuo che il contribuente paga sono incongrue, rispetto alla dichiarazione dei redditi, va dimostrato che a onerarle è stato un familiare.

Scatta il “redditometro” se il contribuente non dimostra, mediante idonea documentazione, che i soldi per comprare la casa li ha messi il padre. A tal fine non è utile la copia fotostatica di un assegno privo di data certa.

È quanto emerge dalla sentenza 24586/14 della Corte di Cassazione.

Da ciò che si apprende dalla pronuncia appena esplicata, dunque, è valido l’accertamento fiscale se le rate del mutuo sono sproporzionate rispetto alla dichiarazione dei redditi.

A parere degli Ermellini, infatti, al contribuente è data la possibilità di dimostrare, anche prima della notifica dell'accertamento, che il maggior reddito determinato o determinabile sinteticamente è costituito in tutto o in parte da redditi esenti o da redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta.

L'entità di tali redditi e la durata del loro possesso, però, devono risultare da idonea documentazione.

Spieghiamolo in termini più comprensibili.

Come noto, il redditometro serve a verificare che tra le entrate e le uscite della famiglia vi sia proporzione.

Pertanto, se emerge che si spende più di quanto si dichiara al fisco, qualcosa che non torna, a meno che non si dimostri che i soldi utilizzati prevengano da elargizioni di altri familiari.

Appunto per ciò, va considerato legittimo l’accertamento fiscale basato sul redditometro se le rate del mutuo ipotecario sono troppo alte rispetto alla dichiarazione dei redditi.

Va fatta particolare attenzione, dunque, a quanto si paga, mensilmente, alla banca per onorare le rate del mutuo.

Per evitare l’accertamento tramite redditometro, infatti, il contribuente deve provare che il maggior reddito rilevato dall'Agenzia delle Entrate, attraverso il controllo delle spese sostenute, è costituito da redditi esenti o magari provenienti da terzi soggetti, come quelli dei familiari.

Ma, in tale fattispecie, è necessario che l’interessato dia dimostrazione documentale della provenienza delle somme. Ad esempio, tramite un bonifico proveniente dal conto corrente del parente che ha elargito il denaro.

In conclusione, è senz'altro ammesso che le rate del mutuo siano pagate da parenti. Ricordate, però, di fornire una prova documentale chiara: semplicemente, non fatevi mai prestare soldi con denaro contante.

20 Novembre 2014 · Andrea Ricciardi