Accertamenti fiscali notificati con PEC (Posta elettronica certificata) » Sono tutti nulli

Sono da considerarsi nulli tutti gli accertamenti fiscali notificati con la Posta elettronica certificata, meglio nota come Pec.

La notifica a mezzo Pec se non è espressamente prevista da una norma deve ritenersi esca fuori dal modello delle notificazioni e nessuna norma autorizza che possa avvenire la notifica di un accertamento e/o di una rettifica a mezzo Pec.

Trattandosi di inesistenza della notifica e non di nullità, non può trovare applicazione la sanatoria invocata dall'ufficio doganale.

Ciò è quanto deciso dalla Commissione Tributaria Provinciale di Milano con la sentenza 6087/2014.

A parere dei giudici della Commissione tributaria, gli atti dell’amministrazione fiscale inviati attraverso la Pec sono del tutto illegittimi per nullità insanabile della notifica, e ciò per una chiara ed evidente ragione: la legge non prevede tale forma di comunicazione per quanto riguarda gli accertamenti fiscali.

Praticamente, tutte le notifiche inviate al contribuente devono ancora seguire il sistema tradizionale della notifica a mezzo servizio postale.

E' in errore, dunque, l'Agenzia delle Entrate quando utilizza il modello elettronico PEC per accertamenti fiscali ed altre notifiche ai contribuenti: il sistema necessita di un intervento legislativo che ancora non è avvenuto.

Da ciò ne conviene, secondo l'interpretazione dei giudici meneghini, che la Pec, in assenza di una espressa previsione per quanto attiene agli accertamenti, si deve considerare totalmente al di fuori dello schema legale e, quindi, non suscettibile di sanatoria.

In conclusione, anche a costo di rinunciare alle proprie pretese fiscali, il Fisco deve fare marcia indietro ed affidarsi al postino se non vuole essere condannato a pagare anche le spese processuali.

10 Settembre 2014 · Andrea Ricciardi