Cessione del quinto » Istruzioni per l’uso

Cessione del quinto » Istruzioni per l'uso

La cessione del quinto dello stipendio: di cosa si tratta? Ecco un piccolo vademecum per il debitore.

La cessione del quinto è un prestito non finalizzato all'acquisto di uno specifico bene o servizio ed è disciplinato dalla normativa sul credito al consumo.

La cessione del quinto: generalità

La Cessione del quinto è un prestito personale con massima libertà di utilizzo della somma ricevuta. Il richiedente in cambio cede una parte del suo stipendio o della sua pensione (al massimo di un quinto) autorizzando il suo datore di lavoro a trattenere ogni mese dalla busta paga o dalla pensione la rata.

Riguardo i requisiti per ottenerlo è bene notare che possono richiedere il prestito attraverso cessione del quinto tutti i cittadini italiani e stranieri dipendenti a tempo indeterminato presso una azienda statale, pubblica o parapubblica, privata e i pensionati.

Per il calcolo della rata, va detto che il quinto è ottenuto dividendo lo stipendio netto mensile o la pensione mensile per cinque. Inoltre, la rata mensile non può superare il quinto dello stipendio netto mensile o della pensione: essa è sempre costante ed il tasso del prestito è fisso.

Veniamo ora alla tempistica: mediante la cessione del quinto il prestito è rimborsabile fino a 10 anni. La durata del prestito va da un minimo di 24 a un massimo di 120 mesi.

Ricordiamo che nella pratica della cessione del Quinto è inclusa una Assicurazione sulla Vita e una Assicurazione sui Rischi di perdita del lavoro. Questo fa sì, che in caso di decesso del richiedente, i suoi eredi sono vengano liberati dal debito.

Inoltre, in caso di perdita del posto di lavoro, la Compagnia Assicurativa pagherà il prestito all'ente finanziatore, ma andrà ad escutere il debito sul cliente.

Questo tipo di prestito si può richiedere a prescindere dall'utilizzo che se ne vuole fare: pertanto, la cessione del quinto non va motivata: Non è richiesta una spiegazione sull suo utilizzo.

Non è nemmeno necessario presentare ulteriori garanzie oltre al proprio lavoro come dipendente a tempo indeterminato o la propria pensione. Garanzie né reali né personali non sono richieste.

In caso di matrimonio in comunione dei beni è bene chiarire che la Cessione del Quinto è un finanziamento a firma singola. Quindi, non è richiesta la firma del coniuge o di altri parenti.

Per quanto riguarda i pagamenti, non serve un conto corrente bancario per richiedere la cessione. La rata viene automaticamente trattenuta dalla busta paga o dalla pensione ogni mese. Non c’è pertanto alcun onere per il richiedente che non deve preoccuparsi di pagare mensilmente la rata. Niente bollettini postali, né cambiali, né RID.

Altra precisazione: Il quinto non è mai pignorabile e la richiesta della Cessione non è segnalata a CRIF o ad alcuna Centrale Rischi.

Proseguendo, in caso di problemi economici, la situazione finanziaria del richiedente non viene valutata. La cessione del quinto è accessibile anche in presenza di insoluti, protesti e/o pignoramenti. Anche in caso di ritardi nel pagamento di rate su vecchi contratti, è possibile richiederla.

In caso si abbiano altri prestiti da onorare, la cessione è comunque accessibile. Se si hanno molti finanziamenti in corso, con la cessione del quinto si può richiedere di estinguere i prestiti in corso e pagare una unica rata più bassa.

Concludendo, in tema di estinzione, precisiamo che il prestito di cessione del quinto può essere cancellato in qualsiasi momento recuperando gli interessi non ancora maturati. Se si vuole sciogliere il contratto di Cessione del Quinto, infatti, non si pagano delle penali.

Il ruolo del datore di lavoro nella cessione del quinto

Il coinvolgimento del datore di lavoro, o dell'ente di previdenza in caso di pensionati, è indispensabile in quanto questi trattiene le rate e le versa mensilmente all'ente erogatore del finanziamento, fino all'esaurimento del debito.

Il datore di lavoro è obbligato ad accettare una richiesta di cessione del quinto da parte di un dipendente e non è necessario il suo consenso ai fini della validità del finanziamento.

Una volta sottoscritto il contratto di finanziamento, il datore è quindi tenuto a trattenere la rata indicata nel contratto stesso dalla busta paga del dipendente e a versarla all'ente erogatore.

Questo obbligo sussiste fino a quando c’è una busta paga su cui addebitare la rata.

Quindi, solo nell'ipotesi in cui il dipendente notifichi al proprio datore di lavoro la cessione a terzi del quinto dello stipendio l’azienda privata sarà tenuta a effettuare le relative trattenute mensili.

La cessione del Tfr

Sebbene non vi siano pronunce degli Ermellini sullo specifico tema della cessione del quinto, la giustizia di merito ha affermato che il datore di lavoro ceduto, cui sia stata notificata la cessione del credito per Tfr, operata dal dipendente a favore di una finanziaria fino a concorrenza del credito residuo, è tenuto a pagare alla finanziaria questa somma, senza il limite del quinto, limite in questa fattispecie non operante.

Diritto alla cessione del quinto nella Pubblica amministrazione

La legge prevede un vero e proprio diritto dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, e il correlativo obbligo di collaborazione del datore di lavoro, di contrarre prestiti da estinguersi con cessione di quote dello stipendio o del salario fino al quinto dell'ammontare di questi emolumenti, valutato al netto delle ritenute e per periodi non superiori a dieci anni.

In caso di dimissioni o licenziamento del dipendente, il datore dovrà trattenere ogni somma maturata da questi presso l’azienda (per esempio liquidazione, ferie non godute, tredicesima ecc.) e versarla all'ente erogatore che la utilizzerà per estinguere il debito residuo.

21 Febbraio 2014 · Tullio Solinas


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