Web 2.0, al via il prestito tra privati

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Dopo aver stravolto il mondo della tv e della musica con siti come MySpace o YouTube, la rivoluzione web 2.0 sbarca nel settore del credito. In questi giorni prendono il via in Italia i primi esperimenti di social lending. Portali in stile web 2.0 dove un privato disposto a prestare denaro potrà incontrare chi ne ha bisogno, raggiungere un accordo e concludere la trattativa senza l'intermediazione di una banca o di una finanziaria, riuscendo così ad avere prezzi più bassi e interessi più convenienti.

Il primo si chiama Zopa.it ed è la versione italiana di un sito lanciato in Inghilterra dalla banca online Egg e dagli stessi investitori di eBay e Skype. A Zopa si aggiunge ora l'iniziativa di Boober, società olandese che ha creato una joint venture per l'Italia con Centax. Obiettivo, dare la possibilità di prestare e prendere in prestito denaro tramite il web a tassi più bassi di quelli bancari, tra il 5,50 e il 7,50 per cento. Altri esperimenti del genere sono nati negli Stati Uniti, in Canada e in Australia.

Certo le somme prestate sono di piccola entità e il fenomeno non sembra poter impensierire i grossi istituti di credito, ma la loro popolarità è in crescita. Zopa, che quest'anno ha ricevuto il Webby Award (gli oscar del web secondo il New York Times) come miglior sito nella categoria "Best Banking/Bill Paying website," in due anni è arrivato a contare 175mila iscritti. «Zopa Italia punta ad arrivare a 80 mila utenti iscritti», dice a IlSole24Ore.com Carlo Vitali, marketing manager della neonata società.

Come funzionano

Nella community di Zopa.it si incontrano il richiedente (chi ha bisogno di un prestito) e il prestatore (chi investe il proprio denaro prestandolo ad altri). Il sito, in sostanza, funge da intermediatore guadagnandoci con delle commissioni. Le condizioni di credito possono variare a seconda di quanti rischi è disposto a prendersi chi presta denaro. Ad ogni richiedente infatti è assegnato un grado di affidabilità (A+, A, B, C) che è come il rating per le società. Il giudizio viene dato incrociando la storia creditizia dell'utente (basata sulla banca dati Experian) con le informazioni richieste nel form di applicazione (tipo il reddito, la professione ecc.). Chi accetta di prestare a clienti poco affidabili verrà premiato con un tasso d'interesse più alto e viceversa. Anche Boober può essere usato per prestare o ricevere in prestito denaro e chiede i dati necessari a classificare la solvibilità attribuendo un rating proprio come succede per le emissioni obbligazionarie da parte delle agenzie alla Moody's. In genere si gioca su piccole somme, tra i 2000 e i 10000 euro, da restituire entro 5 anni. L'internauta finanziatore, dopo la registrazione, può scegliere il tipo di investimento, la cifra da investire a quali tassi e con quali rischi. A Boober, però, va il 10% del rendimento.

Investimenti rischiosi ma redditizi


L'investimento su Zopa.it si basa sul rischio cliente e pertanto prevede una forbice di tassi più ampia della media (dal 6 all'11% secondo le previsioni). «Dubito che un prodotto di questo tipo possa avere successo nel mercato italiano - commenta Fabio Picciolini di Adusbef - Non siamo abituati a investimenti così rischiosi e a spread così ampi. La stessa legislazione pone molti più paletti rispetto ai paesi come l'Inghilterra o gli Stati Uniti dove questo fenomeno è partito». Zopa Italia ha le sue ricette per far "digerire" il rischio ai consumatori italiani. Innanzitutto la rigorosità nel dare il grado di affidabilità. «Se un utente non può dimostrare di avere un reddito sicuro, come uno studente, è automaticamente escluso».

E poi la diluizione del rischio. Ogni prestito è frazionato tra 50 richiedenti. «Se uno dei miei debitori è insolvente - spiega Vitali - su un prestito di 10mila euro rischio al massimo 200 euro». Ma soprattutto i costi molto bassi. «Mediamente una banca o una finanziaria chiedono il 7 o l'8% di intermediazione. Noi arriviamo al massimo al 2%». La novità, è la scommessa di Zopa Italia, non spaventerà, ma sarà il traino del social lending nel nostro paese. «Prima che aprissimo 3000 persone si erano già prenotate un nickname sul nostro sito - fa sapere il marketing manager Carlo Vitali - da quando è attivo il sito poi, la nostra community è arrivata a contare 5000 utenti. Il popolo della rete ha mostrato di gradire la novità di Zopa.it».

Il credito "peer to peer" negli Usa


Il sistema dei prestiti peer to peer è attivo da diverso tempo negli Stati Uniti. Sono tre i principali siti: Lendingclub.com, Globefunder.com e Prosper.com. Quest'ultimo è stato il primo negli States. Aprendo la sua homepage si vede una lista di foto. Sono gli utenti del sito che rendono pubblico, oltre che la propria faccia, anche quanto hanno chiesto in prestito, quanto finora hanno restituito e a che tasso d'interesse sarebbero disposti a prestare il proprio denaro. Si perchè su Prosper.com non c'è separazione tra prestatori e richiedenti, ogni utente può passare da debitore a creditore. Con commissioni tra l'1 e il 2% su prestiti annuali, Prosper ha raccolto finora 40 milioni di dollari.

Un altro portale molto famoso è Lendingclub.com. Come Zopa, anche lendingclub funziona con i giudizi di affidabilità. Le classi però sono molte di più. Un utente molto affidabile di classe A1 può ottenere prestiti con un interesse del 7,12%. Uno di classe G1 può arrivare al massimo ad un tasso del 17,86. L'ultimo arrivato si chiama Globefunder.com. Online da ottobre, il sito sta raccogliendo adesioni in vista dell'avvio delle contrattazioni tra i suoi utenti. L'azienda ha base a Kalamazoo, nel Michigan, ma ha una rete dei soci in tutto il mondo.

20 Novembre 2007 · Antonio Scognamiglio




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