Usura da parte degli istituti di credito » Vi spieghiamo come prevenirla e combatterla

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

L'usura bancaria

Come noto, l’usura è la pratica consistente nel fornire prestiti a tassi di interesse considerati illegali (tassi usurari), socialmente riprovevoli e tali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile, imposti spingendo il debitore ad accettare condizioni poste dal creditore a proprio vantaggio.

In gergo strettamente bancario, invece, si ha usura se il Tasso effettivo globale (TEG) su base annua supera il tasso soglia usura (Tsu).

Il tasso soglia usura va calcolato tenendo conto del livello del Tasso effettivo globale medio (Tegm) che risulta dalla rilevazione fatta ogni tre mesi dalla Banca d'Italia per conto del Mef e pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Una volta individuato il Tegm di periodo bisogna incrementarlo del 50% per ottenere il Tsu.

Ricordiamo che dal 2011 è stato modificato il metodo di calcolo del tasso soglia, riducendo dal 50% al 25% l’incremento e aggiungendo un margine fisso di 4 punti percentuali.

Lo scostamento massimo tra Tegm e Tsu non può superare gli otto punti.

Come prevenire l'usura bancaria

I finanziamenti bancari sono, purtroppo, sempre a rischio usura. Il problema, però, è riuscire a capire in tempo quando il costo complessivo del prestito è usurario.

Accorgersene non è semplice, viste sia la diversità delle tipologie di finanziamento bancario, sia le variegate pronunce giurisprudenziali che una volta danno ragione ai risparmiatori e un’altra alle banche.

Cerchiamo di capire quindi come potersi accorgere di un tasso di interesse che sfora la soglia di usura e, in quel caso, di come rivalersi contro le banche.

In tema di mutui, ad esempio, per verificare se il proprio mutuo sfora l’usura è necessario fare attenzione ai tassi che la banca si è fatta a promettere al momento della stipula del contratto, indipendentemente dal momento in cui vengono pagate le singole rate.

I tassi da confrontare con la soglia d'usura sono quelli degli interessi corrispettivi e degli interessi moratori, ovvero quelli che si pagano per eventuali ritardi nel pagamento delle rate.

In materia, però, la Corte di Cassazione ha escluso che i due tassi, di cui sopra, possano essere sommati tra loro, pertanto, non sussiste usura se la soglia viene superata solo addizionando aritmeticamente i due tipi di interessi.

Analogo discorso vale per i leasing che, pur essendo contratti giuridicamente diversi dai mutui, dal punto di vista finanziario possono essere trattati in modo simile.

In questo caso, il cliente potrà verificare il rispetto della soglia del tasso leasing e del tasso moratorio, anche in questo caso, senza sommatoria tra i due tassi.

Comunque, in caso di usura contrattuale di mutui o leasing la conseguenza è l’obbligo per la banca di restituire tutti gli interessi e le spese pagate dal cliente e per quest’ultimo la possibilità di continuare a fruire del finanziamento restituendo soltanto la quota capitale delle rate, senza interessi.

Può capitare, inoltre, che il mutuo oppure il leasing non siano usurari al momento della stipula, ma che lo divengano nel corso del rapporto.

In tale fattispecie, non si ha usura vera e propria ma usura sopravvenuta.

Per quanto concerne l'usura sopravvenuta, la Cassazione l’Arbitro bancario finanziario hanno stabilito che, in caso di tassi usurari accertati soltanto nel corso dell'esecuzione del contratto, il giudice deve ridurre questi tassi al limite della soglia.

Concludiamo con i conti correnti: la verifica dell'usurarietà o meno di un fido in conto corrente è più complessa di quella di mutui e leasing, posto che per il fido si pone un problema non soltanto di quali voci di costo vadano inserite nel calcolo ma soprattutto di quale formula di matematica finanziaria utilizzare.

Gli istituti di credito sostengono l’applicabilità della formula contenuta nelle istruzioni della Banca d'Italia anche per il calcolo del costo di un singolo finanziamento.

I clienti sostengono, invece, che un conto è la rilevazione statistica dei tassi medi per la quale si usa la formula di Banca d'Italia, e un altro è il calcolo di un tasso d’interesse di un singolo rapporto di finanziamento per la quale è necessario usare le normali formule di matematica finanziaria.

Combattere l'usura bancaria

Gli istituti di credito, negli anni, per salvaguardarsi hanno introdotto negli anni clausole di salvaguardia nei contratti stipulati con i clienti, determinandone eventuali interessi di mora e maggiorazioni, clausole con le quali le banche limitano il tasso massimo alla soglia stabilita.

Questo porta quindi a non generalizzare e ad esaminare ogni singolo caso, facendo una verifica delle condizioni generali del proprio contratto e analizzando alcuni importanti fattori, come le spese relative alla gestione della pratica, le penali, istruttoria, perizia, incasso rata ed eventuali polizze obbligatorie, fattori che potrebbero far rivelare al contribuente di avere in mano dei finanziamenti che oltrepassavano il tasso soglia già al momento della stipula.

La questione è seguita da anni da un’associazione dei consumatori, la quale afferma che, in base ad una recente sentenza della Cassazione quando il tasso di mora, le penali e le varie spese, tutte messe insieme superano il tasso soglia, stabilito dalla legge antiusura 108/96, anche i mutui diventano usurai e possono essere annullati con le relative procedure giudiziali bloccate.

Altre sentenze della Cassazione hanno dato nuovi spunti al tema dell'usura bancaria, sottolineando come i tassi possano essere dichiarati usurari anche nel corso di un rapporto di finanziamento (la cosiddetta usura sopravvenuta), non solo nel momento in cui sono pattuiti (usura originaria o preventiva.

L’ultima decisione importante in materia è del 10 gennaio 2014 e arriva dal Collegio di Coordinamento dell'Arbitro bancario finanziario il quale, accogliendo le ultime sentenze sull’usura sopravvenuta, trasforma i mutui a tasso fisso in variabile, ma solo al ribasso.

Ciò significa che il tasso fisso del 10% previsto per un mutuo a 20 anni stipulato in passato può considerarsi usuraio, visto che nel corso della vita del contratto il tasso soglia di usura è sceso ben al di sotto, con un minimo nel primo trimestre del 2011 al 6,28%.

Il tasso può diventare quindi usuraio nel corso della vita del finanziamento semplicemente in funzione delle mutate condizioni di mercato.

Per tutelarsi, il consumatore deve stare attento in particolare ad un fattore: il tasso di mora, che consiste nell’interesse che la banca richiede quando il cliente non riesce a pagare una rata.

Questo fattore è fondamentale per annullare il mutuo, perchè nei casi di superamento del tasso soglia il mutuo diventa nullo solo se subentra il tasso di mora e non quando i cittadini pagano regolarmente le rate. E anche se non applicato, concorre al tasso effettivo globale, che deve essere inferiore al tasso d'usura.

Verificare se esiste un’anomalia non è difficile. Basta, infatti, chiedere un estratto conto e i renditoconti delle rate alla propria banca, che è obbligata a fornite tutti i documenti degli ultimi 10 anni, inclusi contratti di mutui e conti correnti a meno che non ci sia la prescrizione.

Se il contribuente rientra in questa categoria, può allora chiedere il rimborso integrale degli interessi pagati su mutui, leasing e finanziamenti, avendo inoltre la facoltà di non corrispondere gli interessi relativi alle rate residue.

Ricordiamo che sul sito della Banca d'Italia è possibile aggiornarsi sugli attuali TEGM del trimestre in corso.

16 Luglio 2014 · Andrea Ricciardi


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