Un debitore in “condizioni sub ottimali”

Gentile Ercus, quel conto cointestato, sicuramente movimentato dopo la morte di suo padre, depone per una accettazione implicita dell’eredità.

Non è dunque più praticabile la soluzione di una rinuncia ad essa.

Cominciamo col dire che le sue condizioni da debitore sono subottimali.

Lei è un soggetto con uno stipendio, che è anche consapevole di potere (e/o dovere) rinunciare al quinto.

Lei è un soggetto insensibile ad una eventuale permanenza negli elenchi dei cattivi pagatori, non essendo stato ancora contagiato dalla sindrome, diffusissima, da shopping compulsivo.

Ma, è questo il punto debole, lei è legato a poche cose per interessi professionali, culturali e, presumo, vincoli affettivi.

Lei teme, dunque, un pignoramento presso la sua residenza.

L’analisi razionale della situazione porta innanzitutto a considerare che gli oggetti di valore affettivo e, forse, alcuni di quelli funzionali agli interessi professionali e culturali possano trovare adeguata collocazione altrove, presso parenti e/o amici.

Restano gli strumenti di lavoro che devono necessariamente essere disponibili nel luogo in cui si vive e quelli che, nei momenti liberi, ci consentono di passare qualche ora lontano, almeno col pensiero, dalle miserie di questa vita.

Concordo. E le rispondo invitandola a valutare il mero valore commerciale (al costo di acquisto) di questi oggetti.

Una volta individuato tale costo, avrà anche chiaro qual è l’importo sulla base del quale può accettare una proposta di concordato con la Cross Factor.

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18 Settembre 2010 · Chiara Nicolai