Truffa dei semafori: 4 arresti, giallo troppo breve impossibile evitare multa. Sequestri anche a Roma

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Tra il giallo e il rosso non passava nemmeno un secondo. Impossibile per gli automobilisti evitare multe salate e incidenti a catena, che si susseguivano a ritmo incalzante in incroci strategici sparsi per tutta Italia. Il T-red, semaforo vampiro che fotografa l’infrazione, è il terrore degli automobilisti, che tracciano le mappe dei diabolici marchingegni e inondano di ricorsi la polizia locale.

Peccato che spesso proprio i vigili e gli amministrazioni locali fossero tra gli artefici della truffa, costata cara ai cittadini in carrozziere e ammende.

E ieri è scattata l’operazione T-red: i finanzieri del nucleo di tributario della Provincia di Milano hanno arrestato quattro persone, tutti amministratori di imprese che fornivano agli enti locali i dispositivi elettronici per la rilevazione di infrazioni al codice della strada.

Le accuse sono di associazione a delinquere e turbativa di commesse pubbliche, con manipolazioni di appalti in 29 Comuni. Mentre in 16 Comuni - tra cui Roma e Viterbo - su decreto del pm di Milano Alfredo Robledo titolare dell'inchiesta, sono stati sequestrati altri esemplari del semaforo succhiasoldi. Le indagini, si legge nell’ordinanza, avrebbero accertato «l’esistenza di un vero e proprio ”cartello” tra società operanti nel settore delle forniture a enti pubblici di apparecchiature per la rilevazione di infrazioni al codice della strada».

Le società sarebbero state «in collusione tra loro e con pubblici ufficiali incaricati dello svolgimento delle relative incombenze, per fare in modo con diversi mezzi fraudolenti che fosse turbata la libertà degli incanti e pilotata la aggiudicazione». Non solo. L’installazione delle apparecchiature, scrive il pm, viene motivata con la necessità di ottimizzare la sicurezza del traffico e di evitare o ridurre il numero degli incidenti. I famigerati T-red però non venivano posizionati nei pressi di scuole e giardini, bensì su strade a rapida percorrenza dove la contravvenzione era pressoché garantita.

Evidenziando in questo modo «la malcelata esigenza di assicurare alle casse comunali un cospicuo gettito di denaro». Le persone denunciate sono 21, di cui 17 pubblici ufficiali, e i comuni passati al setaccio 130 in tutta Italia. E tra le maglie dell'inchiesta è finito anche il Comune di Vetralla, con il comandante della Polizia locale Giovan Sante Polidori iscritto nel registro degli indagati. Chiamato a gestire la gara, al fine «di consentire l’aggiudicazione alla Tecnotraffico della fornitura delle apparecchiature», avrebbe utilizzato «mezzi fraudolenti consistiti nel far partecipare congiuntamente alla gara le imprese accordandosi sulle offerte economiche da presentare».

di Claudia Guasco

18 Settembre 2008 · Antonio Scognamiglio




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